Gli accertamenti condotti dalle Fiamme Gialle. attraverso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno permesso agli investigatori di raccogliere gravi indizi sulle intimidazioni usate dagli usurai
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Usura praticata con tassi di interessi annui fino al 240% ed estorsione con metodi mafiosi, ai danni di commercianti in difficoltà economica di un mercato rionale di Torino. Con queste accuse, il comando della guardia di finanza ha eseguito, questa mattina, a un'ordinanza cautelare in carcere per otto persone, gravemente indiziate, in concorso tra di loro, dei reati.
L'operazione
L'operazione, denominata 'Vittoria', è stata avviata nel 2020 quando le vittime, per la crisi economica causata dalle restrizioni Covid, hanno avuto prestiti di denaro da una famiglia e da altre persone a essa collegate, operanti in una specifica area della città, in particolare ai danni dei commercianti del mercato rionale di piazza della Vittoria. Gli accertamenti condotti dalle Fiamme Gialle. attraverso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno permesso agli investigatori di raccogliere gravi indizi sulle intimidazioni usate dagli usurai, "tali da generare una condizione di grave assoggettamento delle vittime e l'omertà rispetto agli organi inquirenti, tipica del metodo mafioso".
In tre percepivano reddito di cittadinanza
Tra gli arrestati, tre persone percepivano il reddito di cittadinanza. In manette sono finite anche tre donne, che fanno parte dello stesso nucleo familiare di origini siciliane il cui capofamiglia è un 70enne, anche lui arrestato. Inoltre, alcuni componenti della famiglia avevano dei precedenti per reati di mafia commessi in Sicilia.
Le accuse
"I casi accertati sono 11 - spiega il colonnello Alessandro Langella, comandante del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza - ma a chi vuole sporgere denuncia diciamo che questo è il momento". Le vittime erano sia i venditori del mercato rionale di piazza Vittoria, sia commercianti della zona. I prestiti andavano da qualche migliaio di euro a poche centinaia. "Per estorcere passavano alle vie di fatto - racconta Langella - quando le vittime andavano in difficoltà scattavano anche violenze fisiche oltre che psicologiche, con metodi mafiosi". "Le vittime, anche davanti a fatti estorsivi pesanti non hanno reagito, sono rimasti inermi", ha concluso Langella.