No Tav, proteste in Val di Susa: manifestanti allontanati con idranti

Piemonte
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Gli investigatori della Digos della Questura di Torino sono a lavoro per identificare gli incappucciati che hanno dato vita all'assalto, durato alcune ore

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La protesta No Tav torna a farsi sentire in Val di Susa. Una settantina di attivisti del movimento che si oppone alla Torino-Lione, capeggiati secondo le forze dell'ordine dai militanti del centro sociale Askatasuna di Torino, nella tarda serata di ieri hanno attaccato dall'autostrada il cantiere di San Didero, dove si sta realizzando il nuovo autoporto, col lancio di pietre e artifici esplodenti, danneggiando anche la concertina perimetrale del cantiere.

L'uso degli idranti

Per allontanare gli attivisti, le forze dell'ordine hanno utilizzato l'idrante ed alcuni lacrimogeni. Gli investigatori della Digos della Questura di Torino sono a lavoro per identificare gli incappucciati che hanno dato vita all'assalto, durato alcune ore. Nei giorni scorsi la protesta era tornata anche al cantiere di Chiomonte, in Val Clarea, contro il quale era stati lanciati alcuni artifici pirotecnici. A un anno di distanza dallo sgombero del presidio di San Didero, i No Tav hanno annunciato per sabato pomeriggio una 'marcia popolare' da Bussoleno a San Didero per "lottare contro le guerre e le devastazioni del nostro futuro".

Giachino: "Opera pubblica, Stato non si può aggredire"

"Basta con i minuetti. I ministri vengano a Chiomonte e a San Didero a dire che lo Stato non può essere assalito. La Tav è un'opera pubblica definita strategica dal Parlamento. Siamo in ritardo e il ritardo lo pagano i senza lavoro e la economia valsusina e piemontese". Così in una nota il leader dell'associazione Si Tav Si Lavoro dopo le proteste della notte. "Il governo non dimentichi che il Senato ha bocciato a larga maggioranza la Mozione No Tav - aggiunge rivolgendosi ai ministri Lamorgese e Giovannini -. Le decisioni del Parlamento debbono essere attuate. Mentre i lavori dalla parte francese proseguono in assoluta tranquillità e danno lavoro a centinaia di lavoratori italiani, dalla parte italiana sembra che si giochi a scacchi. Gli italiani con la grande manifestazione di Piazza Castello del novembre 2018 hanno detto chiaramente si all'opera che rilancerà Torino e il Piemonte da anni in declino e con tantissimi problemi di lavoro". 

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