Così il governatore, a margine della visita di questa mattina all'hub vaccinale del Valentino: "Obbligo vaccini? Deciderà il Governo, è una decisione che non spetta alle Regioni"
"La scuola è un tema delicato, vogliamo garantirla come abbiamo sempre fatto dal primo giorno della pandemia. Ed è legata ai colori e agli automatismi che vengono previsti dal decreto del Governo. Quindi attendiamo dalla riunione del Consiglio dei ministri prevista per il 5 gennaio di avere indicazioni chiare su cosa deve essere fatto". Così il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, a margine della visita di questa mattina all'hub vaccinale del Valentino ha risposto a chi gli chiedeva della riapertura delle scuole dopo le vacanze natalizie, alla luce della recente impennata dei contagi da Covid-19. (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI IN ITALIA E NEL MONDO - I DATI DEI VACCINI IN ITALIA)
"Su obbligo vaccini decide Governo"
Sull'obbigo dei vaccini, ha aggiunto: "Deciderà il Governo, è una decisione che non spetta alle Regioni. In occasione della riapertura dell'hub vaccinale del Valentino a Torino, noi abbiamo adottato la scelta del 'convincere è meglio di costringere, e di portare il vaccino alle persone e non le persone al vaccino. Il sistema piemontese si sta dimostrando estremamente efficace, anche perché attraverso il meccanismo della convocazione da parte della Regione, siamo riusciti ad anticipare la vaccinazione di tutti coloro che avevano il Green Pass in scadenza dopo la riduzione della validità da nove a sei mesi". E ancora: "In questo momento in Piemonte lavorano nella sanità regionale settemila persone in più dedicate al Covid. Abbiamo graduatorie dalle quali le aziende sanitarie possono pescare, sempre però con una accortezza di fondo, quella di non privare altre strutture sanitarie di personale".
"Zona arancione? Previsioni sono impossibili"
Infine: "Zona arancione? Al momento è impossibile fare previsioni. Questa è la prima ondata che gestiamo lasciando tutto aperto, e grazie alle vaccinazioni siamo ampiamente sotto i limiti di capienza delle terapie ordinarie e intensive. Questo significa che abbiamo ancora margini molto ampi. Questa quarta ondata dura da 10 settimane, la terza ne durò sette. Questo perché, non avendo il lockdown, non c'è un calo automatico dei contagi, come avveniva invece nel passato. Ma la campagna vaccinale ha funzionato. Riusciremo a fare sempre meglio, invitando la gente a vaccinarsi in strutture come questa".