Vercelli, tentata estorsione ai Loro Piana: un arresto

Piemonte
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L'indagine è nata dopo la denuncia della moglie del defunto imprenditore Sergio Loro Piana, che aveva ricevuto una richiesta anonima di 300mila euro con la minaccia di divulgare informazioni riservate su una vertenza tra la società e l'Agenzia delle Entrate

I carabinieri di Milano hanno eseguito a Vercelli un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, emessa dal Gip di Torino, nei confronti di un funzionario dell'Agenzia delle Entrate della città piemontese, accusato di accesso abusivo a sistema informatico o telematico e tentata estorsione ai danni della famiglia di imprenditori Loro Piana. L'indagine è nata dopo la denuncia della moglie del defunto imprenditore Sergio Loro Piana, che aveva ricevuto una richiesta anonima di 300mila euro con la minaccia di divulgare informazioni riservate su una vertenza tra la società e l'Agenzia delle Entrate.

L'arresto

L'uomo aveva effettuato alcune interrogazioni nella banca dati "Serpico" dell'Agenzia delle Entrate, senza alcun incarico formale. Aveva raccolto informazioni non solo sul conto dell'azienda Loro Piana S.p.A. e Loro Piana Sergio, ma aveva stilato e archiviato nel pc della sua postazione di lavoro alcuni files relativi a una "classifica" degli imprenditori più facoltosi della provincia di Vercelli, tra cui proprio la moglie e i familiari dell'imprenditore defunto. 

Sospeso il dipendente

Il dipendente dell'Agenzia delle Entrate è stato sospeso dal servizio, lo rende noto la stessa Agenzia che sta collaborando con gli inquirenti e che ha deciso la sospensione cautelare in attesa di ricevere i provvedimenti dell'Autorità giudiziaria che consentiranno di assumere tutte le misure disciplinari, contrattuali e risarcitorie previste dalle norme.

La consegna del denaro

L'uomo in una lettera anonima spedita agli imprenditori, pretendeva la consegna di 300 mila euro entro la notte del 5 luglio 2020 da inserire "in due tubi cavi contrassegnati da fiori rossi in plastica" lungo la strada provinciale Vigevanese. Lo si evince dagli atti dell'inchiesta. La somma doveva essere posta in delle buste realizzate con normali fogli A4. "Blocchi la carta con del nastro adesivo e chiuda le estremità", scriveva nella lettera anonima alla famiglia.

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