Biella, col braccio in silicone a fare il vaccino: denunciato

Piemonte
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Il protagonista dell'episodio sarebbe un sanitario sospeso dal servizio perché non vaccinato, non dipendente Asl. L'infermiera che ha sventato il tentativo dell'uomo di ottenere il Green pass senza vaccino: "Ho provato sgomento, pensavo avesse subito l'amputazione dell'arto"

È un dentista no vax 57enne, sospeso dal servizio perché non vaccinato e non dipendente Asl, l'uomo denunciato a Biella per essersi presentato a fare il vaccino a con un braccio di silicone. "Era una persona distinta, come tante altre, perfino sorridente, cosa che negli ultimi periodi accade di rado. Cosa ho provato? Sgomento...", dice Filippa Bua, l'infermiera che ha sventato il tentativo dell'uomo di ottenere il Green pass senza vaccino. "Ho subito intuito che qualcosa non andava - aggiunge - Siamo professionisti, ma di cose tanto fantasiose non mi erano mai accadute". L'episodio è accaduto ieri sera a Biella, nel centro vaccinale Biver Banca, ad accesso diretto per le prime dosi. "Il caso rasenta il ridicolo, se non fosse che parliamo di un gesto di una gravità enorme, inaccettabile di fronte al sacrificio che la pandemia sta facendo pagare a tutta la comunità", sottolineano il governatore Alberto Cirio e l'assessore alla Sanità, Luigi Icardi. 

La vicenda

Nonostante l'applicazione in silicone fosse molto simile alla vera pelle, il colore e la percezione al tatto hanno insospettito l'operatrice sanitaria impegnata nella vaccinazione, che ha chiesto quindi alla persona di mostrare per intero il proprio braccio. Una volta scoperto, il soggetto ha cercato di convincere l'operatrice a chiudere un occhio. "La prontezza e la bravura dell'operatrice hanno rovinato i piani di questo soggetto che ora ne risponderà alla giustizia - aggiungono Cirio e Icardi -. Il nostro grazie va, invece, a tutti gli operatori sanitari impegnati ininterrottamente da mesi nella nostra campagna vaccinale senza mai abbassare l'attenzione e la professionalità, a cominciare proprio da chi ha agito con prontezza questa sera a Biella, una delle prime Asl ad aver anche già raggiunto virtuosamente più del 93% del target di somministrazioni giornaliere che la Regione ha dato alle proprie aziende sanitarie per correre sempre più veloci con le terze dosi".

Asl: "Episodio inqualificabile"

L'Asl si è mossa ha segnalato il caso alla Procura. Parla infatti di un "episodio inqualificabile, irrispettoso nei confronti degli operatori, che denota una totale mancanza di responsabilità", Mario Sanò, direttore generale dell'Asl di Biella, secondo cui quel braccio al silicone "è un gesto deplorevole che fa male all'intera comunità, dal momento che siamo tutti impegnati ad accelerare la somministrazione delle terze dosi".

L'infermiera: "Pensavo avesse subito l'amputazione dell'arto"

"Quando ho scoperto il braccio dell’utente, al tatto ho percepito una “pelle” gommosa e fredda, ha spiegato al Corriere della Sera l'infermiera Filippa Bua. "Non solo, l’incarnato era troppo chiaro", ma ha anche raccontato  di aver pensato "che il signore avesse subito l’amputazione di un arto e avesse prestato per l’iniezione il braccio sbagliato". Si è quindi "dispiaciuta", pensando di averlo messo "involontariamente in una situazione imbarazzante e così, immediatamente, gli ho chiesto di darmi l’altro braccio". L'uomo ha tergiversato ma poi ha dato l’altro braccio, "esattamente uguale al precedente. Lì ho capito, in un istante, che l’uomo che avevo davanti stava cercando di eludere la vaccinazione attraverso una protesi in silicone sulla quale sperava che io, inconsapevole, iniettassi il farmaco".

"Chi si presenta è arrabbiato con il 'sistema' che li obbliga"

L'infermiera dopo la vicenda ha sottolineato che "nelle ultime settimane, tutti quelli che si presentano a fare la prima dose di vaccino sono arrabbiati con il “sistema” e si sentono obbligati". Per fronteggiare questa sensazione "io e i colleghi cerchiamo di abbassare il livello di tensione non prestando il fianco a nessuna provocazione. Ma sono davvero stanca e altrettanto dispiaciuta, nel vedere tutte queste persone che non comprendono quanto il vaccino sia indispensabile per tutelare la salute loro, e dei loro cari".

Alberto Cirio: "Niente da ridere, è grave"

Stamattina Cirio è tornato su quanto accaduto a Biella: "Una notizia che ha dell'incredibile, sembra una barzelletta ma non c'è niente da ridere: è un fatto molto grave. Offende tutto l'impegno, la professionalità e gli sforzi dei medici e dell'intero servizio sanitario regionale, che fa di noi i primi in Italia per terze dosi somministrate, e che ieri ha superato le 30mila dosi di vaccino andando ben oltre l'obiettivo di 27mila indicato dal commissario nazionale per l'emergenza Covid, Figliuolo".

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