Covid, Cirio a Sky TG24: “Giusto differenziare vaccinati e non”. VIDEO

Piemonte
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Il governatore ha espresso il concetto a Sky TG24 rispondendo alla domanda su che tipo di Green pass vorrebbero le Regioni e rivolto a chi: “La ricetta non è specifica, il ragionamento che le Regioni fanno parte dalla considerazione di fondo che chi si è vaccinato e ha fatto la sua parte non potrà essere fermato da eventuali restrizioni”

“La ricetta non è specifica. Il ragionamento che le Regioni fanno è questo e parte da questa considerazione di fondo: chi si è vaccinato, chi ha fatto la sua parte, non potrà essere fermato da eventuali restrizioni”. Lo ha dichiarato a Sky TG24 Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, ospite di ‘Buongiorno’, rispondendo alla domanda su che tipo di Green pass vorrebbero le Regioni e rivolto a chi (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI IN ITALIA E NEL MONDO - I DATI DEI VACCINI IN ITALIA).

Cirio: “Va bene Green pass rafforzato, ma non per i vaccinati”

Sulla revisione del Green pass, rafforzato piuttosto che a due velocità, Cirio ha affermato che “non c’è una ricetta specifica che le Regioni danno al Governo. La domanda che tutti i governatori, tranne un collega, fanno è: ‘abbiamo capito che, in tutto il mondo, quando il virus corre dobbiamo fermarlo, e per fare ciò bisogna, ahimè, fermare le persone. E allora, chi si deve fermare?’ Le Regioni dicono, nella quasi totalità, che se qualcuno deve fermarsi non devono essere i vaccinati, perché altrimenti questo vorrebbe dire far venir meno la fiducia nella campagna vaccinale, e soprattutto non rispettare la scelta dell’85% delle persone italiane che hanno deciso di vaccinarsi perché credono nella scienza e nelle istituzioni di questo Paese. Quindi la ricetta non è specifica, è il ragionamento che le Regioni fanno al Governo e che insieme a quest’ultimo vogliono tradurlo poi in una ricetta. Ma che parte da questa considerazione di fondo: chi si è vaccinato, chi ha fatto la sua parte non potrà essere fermato da eventuali restrizioni”.

“Su eventuali restrizioni chiesto incontro a Draghi”

“Nella Conferenza Stato-Regioni” di ieri, ha aggiunto Cirio, “ci siamo detti ciò che ci diciamo ormai da quasi due anni, nel senso che i governatori sono in trincea, sono in prima linea, sono quelli che sentono direttamente, sulla pressione del sistema ospedaliero delle varie Regioni, quelli che sono i mutamenti del virus. Ormai non è tanto il numero di positivi quello che deve interessare, ma il numero di positivi legato all’aspetto dell’occupazione dei posti letto” negli ospedali, “perché la vera capacità è quella di rispondere con il sistema sanitario. Evidentemente i segnali preoccupano, perché c’è un incremento dei positivi che diventano posti letto occupati, e pertanto vi è la necessità di vedere con il Governo come ragionare su eventuali restrizioni. Poi ci sono Regioni che hanno situazioni maggiormente delicate, e altre, come in questo caso la mia, che hanno numeri ancora sotto ampio controllo, ma tutti insieme abbiamo capito che il virus non si ferma davanti al confine amministrativo di una Provincia o di una Regione, e quindi magari prevenire determinate decisioni può essere importante: tutto questo però va fatto insieme, Regioni e Governo italiano. Al momento - ha spiegato Cirio - abbiamo notizie dai singoli ministri, nel senso che abbiamo raccolto diverse sensibilità che vanno in questa direzione. Da quella del ministro Speranza, a quella anche del ministro Brunetta, che ha molta competenza su tanti temi legati al Green pass nella Pubblica Amministrazione del nostro Paese. Abbiamo chiesto però un incontro con il presidente Draghi, proprio perché crediamo che questa scelta debba essere fatta insieme e con grande equilibrio: porre delle restrizioni non fa piacere, a chi le subisce ma anche a chi deve decidere, ma se queste devono essere poste per salvare la vita allora lo si faccia nel rispetto di chi, verso il Paese, ha dato un segnale di fiducia vaccinandosi. Questo lo dico da una Regione che oggi è, insieme al Molise, la prima Regione d’Italia per terze dosi già inoculate ai propri cittadini”.

“Chi si è vaccinato ha diritto di andare a sciare”

“La montagna è il primo prodotto turistico della nostra Regione”, ha affermato Cirio. “Siamo fermi da più di un anno, la scorsa stagione non si è sciato, e quella prima è stata interrotta anzitempo. Quindi, necessariamente, quando facciamo il ragionamento sul Green pass e sui vaccini, se mi si pone la domanda” meglio “‘fermare tutto, dunque impedire alla stagione turistica invernale di ripartire perché c’è un lockdown generalizzato come quello di un anno fa, oppure, invece, individuare un meccanismo che permetta a chi si è vaccinato di andare a sciare in montagna, all’aperto, con le applicazioni attraverso le quali oggi si comprano gli skipass visto anche che non ci sono più le code e i botteghini che si vedevano un tempo?’. Il buon senso mi fa dire apriamo, e noi ci stiamo credendo. Anche le stagioni sciistiche devono ripartire, soprattutto gli imprenditori del mondo dello sci hanno fatto investimenti importanti per poter essere in regola con le norme anti-Covid”. Alla domanda se sia immaginabile un green pass rafforzato per settori come, ad esempio, quello degli impianti sciistici, con anche un sistema di tamponi richiesto a chi arriva da nazioni che sono più impattate dall’impennata dei contagi, ha risposto: “Credo proprio sia questo il ragionamento da fare: invece di chiudere vedo quali sono le condizioni attraverso le quali posso aprire in sicurezza. Si chiami come si vuole ma non chiudiamo la stagione sciistica, anche perché vorrebbe dire ritornare a due anni fa, vorrebbe dire che in questo Paese non si è fatto nulla, che in Italia due anni di ricerche scientifiche, di vaccino e di medicina, non ci permettono di sciare in montagna. Per cui noi crediamo e confidiamo molto che la stagione possa ripartire, tant’è che in Piemonte ripartirà il 3 dicembre: che riparta ne sono abbastanza certo ma dobbiamo stare attenti che non si fermi come due anni fa, prima delle sua fine normale”.

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