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Torino, il sindaco Lo Russo: "Damilano non consegni civismo a destra"

Piemonte

Con la nuova amministrazione la Città di Torino intende rientrare nell'Osservatorio sulla Tav, dal quale era uscita nel dicembre 2016 col voto della maggioranza M5s. A confermare la volontà di tornare al tavolo sull'opera, il sindaco eletto Stefano Lo Russo

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"Mi sembra che Damilano sia stato capace di attivare in città una partecipazione civica importante, che sarebbe utile non venisse consegnata alla destra sovranista ma impiegata per il bene della città". Così, all'indomani del voto, il sindaco eletto di Torino, Stefano Lo Russo. "Le differenze fra lui e destra e Lega - ha continuato Lo Russo - sono evidenti ed è compito nostro accogliere le istanze di quella parte civica che ha dimostrato di avere numeri importanti. Da parte mia c'è la massima disponibilità al dialogo". "Il risultato del centrodestra dimostra in maniera chiara una divisione tra la componente civica attivata da Paolo Damilano e i partiti della destra, FdI e Lega soprattutto - insiste Lo Russo -. Auspico che il mondo civico che si è riunito intorno a Damilano voglia collaborare, pur stando in minoranza, in maniera attiva e fattiva con il centrosinistra. Sarebbe un bel segnale per la città". (LO SPECIALE ELEZIONI – TUTTI I RISULTATI ELETTORALI - IL BALLOTTAGGIO A TORINO - L'AFFLUENZA A TORINO - I SINDACI ELETTI NELLE PRINCIPALI CITTÀ).

"Città rientri nell'Osservatorio sulla Tav"

Con la nuova amministrazione la Città di Torino intende rientrare nell'Osservatorio sulla Tav, dal quale era uscita nel dicembre 2016 col voto della maggioranza M5s. Lo Russo ha confermato la volontà di tornare al tavolo sull'opera oggi in conferenza stampa, secondo quanto aveva promesso in campagna elettorale, ricordando "l'importanza per Torino, ma anche per tutto il Piemonte, dei collegamenti infrastrutturali. Non solo la Tav, ma anche gli altri collegamenti, ad esempio quello con la Liguria".

La giunta

"Mi assumerò la responsabilità delle scelte. Non conosco il manuale Cencelli, appartiene a una stagione politica passata e credo che ormai debba rimanere nella storiografia. Conosco il risultato delle liste, le persone elette e quelle fuori dal Consiglio comunale e credo che potrò fare una proposta nell'interesse della città, che è l'unico faro a cui mi ispiro", ha continuato Stefano Lo Russo a proposito della formazione della Giunta, che annuncerà lunedì 25 ottobre. Per la scelta degli undici assessori, spiega, "nei prossimi giorni incontreremo le forze politiche e sociali e cercherò di definire la squadra migliore che, a mio modo di vedere, potrà interpretare al meglio i prossimi anni. La cosa fondamentale - aggiunge - è dare alla città una squadra motivata, che abbia un orizzonte temporale di 5 anni, che si occupi dei dossier e lo faccia con grande coesione di squadra". Lo Russo ha poi in mente di "rivedere l'attuale strutturazione delle deleghe con attribuzioni che siano funzionali al disegno generale e alle persone che sceglierò". Quanto, invece, a un possibile assessorato specifico al Pnrr osserva che "sto ancora valutando come affrontare al meglio questa sfida, perché il Pnrr agisce su deleghe differenti, è trasversale, quindi voglio capire se un assessore al Pnrr è efficiente al sistema o lo complica".

"Sento sulle spalle doppia responsabilità"

A chi gli chiedeva un commento sulle parole del segretario del Pd Enrico Letta che, chiudendo la campagna elettorale, lo ha definito un nuovo "grande leader nazionale", Lo Russo ha risposto: "Quello che posso dire è che è una valutazione che mi onora e credo di avere una responsabilità molto forte sulle spalle, una responsabilità doppia. Sia perché Torino sullo scacchiere nazionale veniva data per persa, sia perché la città vive una situazione difficile e quindi chiedo alla città di essere compatta. Il tema della compattezza è essenziale per la ripartenza". 

"Le elezioni amministrative hanno una connotazione nazionale, ma ne hanno una molto locale. È stata questa la scommessa che abbiamo voluto fare e abbiamo vinto. Siamo convinti che la forza sia arrivata dalla concretezza del progetto. Poi certamente non ci sfugge il significato politico generale di questa vittoria, credo che gli elementi di riflessione siano interessanti", ha aggiunto parlando a 'L'aria che tira' su La7. "Eviterei però di cullarmi sugli allori, rispetto ad una impostazione che, pur in un netto successo del centrosinistra, deve fare riflettere su una disaffezione generalizzata che c'è stata". "Credo sia utile - aggiunge - fare una riflessione di soddisfazione, soprattutto sul dato di Torino. Non ci credeva nessuno, anzi noi siamo stati oggetto di numerose sollecitazioni. Il risultato dal nostro punto di vista quindi vale doppio, però eviterei toni trionfalistici", ribadisce.