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Biandrate, sindacalista travolto e ucciso: l'autista lascia il carcere e va ai domiciliari

Piemonte

Lo ha deciso il giudice al termine dell'udienza di convalida dell'arresto svoltasi questa mattina nel carcere di Novara. “Non cerchiamo vendetta, l'importante è che sia fatta giustizia e chiarezza", ha detto l'avvocato Eugenio Losco, legale che assiste Assia Lucia Marzocca, moglie di Adil Belakhdim

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Arresti domiciliari per Alessio Spaziano, il camionista 25enne arrestato venerdì con l'accusa di aver investito e ucciso con il camion, a Biandrate (Novara), il sindacalista Adil Belakhdim. Lo ha deciso il giudice al termine dell'udienza di convalida dell'arresto svoltasi questa mattina nel carcere di Novara. L'interrogatorio è durato circa tre ore e il giovane, accusato di omicidio stradale e resistenza, ha ricostruito quanto accaduto venerdì mattina, all'ingresso del centro distribuzione Lidl di Biandrate. Il 25enne si è detto più volte dispiaciuto e ha precisato che non aveva intenzione di investire nessuno. "Il mio assistito ha fornito la massima collaborazione", ha ribadito il suo legale, Gabriele de Juliis. Dopo la concessione dei domiciliari, il giovane accusato di omicidio stradale e resistenza a pubblico ufficiale ha lasciato il carcere di Novara per raggiungere in serata la Campania, dove risiede e dove sconterà gli arresti domiciliari.

L'interrogatorio di garanzia

Spaziano - a quanto trapela - temeva di essere linciato. Nell'interrogatorio di garanzia il giovane, assistito dall'avvocato Gabriele De Juliis, avrebbe sostenuto di essersi spaventato quando, dopo un primo diverbio verbale, i manifestanti avrebbero circondato il suo autoarticolato. Atteggiamento, quello dei lavoratori che partecipavano alla protesta indetta dai SiCobas, motivato dal fatto che l'autista, spazientito dall'attesa a causa blocco dei cancelli di uscita, ha deciso di infilare, contromano, la corsia di entrata. Spaziano avrebbe ammesso la manovra pericolosa, ma ha sostenuto di non essersi accorto di avere investito la vittima.

Il legale della moglie di Adil: “Non cerchiamo vendetta”

"È stata applicata comunque una misura cautelare detentiva che il giudice ha ritenuto evidentemente sufficiente per evitare il pericolo di recidiva. Non cerchiamo vendetta, l'importante è che sia fatta giustizia e chiarezza", ha detto all'ANSA l'avvocato Eugenio Losco, legale che assiste Assia Lucia Marzocca, la moglie di Adil Belakhdim, commentando la decisione del giudice. "I domiciliari sono comunque una misura grave e importante – ha aggiunto l'avvocato Losco - mi sorprende invece che la Procura abbia scartato la contestazione di omicidio volontario e abbia tenuto solo quella di omicidio stradale". "La vicenda verrà ricostruita nel processo ma già da ora sembra fantasioso sostenere che l'omicidio di Adil sia stato causato da un litigio o addirittura da una aggressione. Adil non era un violento, era una persona mite ed era lì solo per difendere i diritti dei lavoratori", ha poi spiegato l'avvocato Losco. "Adil non era un violento, era una persona mite ed era lì solo per difendere i diritti dei lavoratori" e "attraverso le dichiarazioni diffuse dai media, si cerca di spostare la responsabilità di questo grave omicidio su Adil, così oltraggiandone la memoria. Ancora una volta si cerca di fare passare i lavoratori quali violenti per giustificare ogni reazione nei loro confronti".

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L'incidente e l'arresto

Secondo quanto emerso l'autista del camion avrebbe forzato il presidio dei lavoratori della logistica davanti ai cancelli della Lid e durante una manovra avrebbe investito il sindacalista, trascinandolo per una decina di metri. In seguito il giovane è fuggito e ha telefonato al suo padrino di cresima, un sovrintendente della Polizia di Stato, dicendo: “È successo un casino”. Il poliziotto gli ha detto di "tornare indietro, perché altrimenti passerai guai peggiori" e il giovane si è poi costituito ai carabinieri, che lo hanno tratto in arresto.

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