Nata con l'intestino al posto del polmone, bimba operata a Torino

Piemonte

I medici hanno salvato la piccola di 17 mesi effettuando un intervento di correzione diaframmatica, poi, quando è sviluppata una malattia epatica, hanno eseguito un trapianto di fegato. L'organo proveniva da un donatore reduce da Covid-19, anche la bimba nei mesi scorsi era risultata positiva al virus

Una bimba di 17 mesi nata con l'intestino al posto di un polmone è stata salvata dai medici della Città della Salute di Torino che prima prima hanno effettuato un intervento di correzione diaframmatica e poi, quando nel corso della degenza si è sviluppata una malattia epatica, hanno eseguito un trapianto di fegato. L'organo proveniva da un donatore reduce da Covid-19 e anche la piccina, nei mesi scorsi, ha superato un'infezione causata dal virus.

L'operazione, il Covid, il trapianto e la guarigione

La piccina ha superato l'infezione da Covid nei mesi in cui gli operatori attendevano l'organo adatto per il trapianto. La bimba è venuta alla luce, nel novembre del 2019, con una grave forma di ernia diaframmatica congenita (individuata già nel corso della ventesima settimana di gestazione). "Si tratta - spiegano alla Città della Salute di Torino - di una rara malformazione in cui, a causa di un vero e proprio "buco" nel diaframma, l'intestino può spostarsi nel torace e compromettere il normale sviluppo dei polmoni". Dopo il parto la piccina è stata portata nella Rianimazione pediatrica dell'ospedale Infantile Regina Margherita, diretta dal dottor Giorgio Ivani, e, dopo 2 giorni di trattamento intensivo, sottoposta ad un delicato intervento di correzione dell'ernia diaframmatica dal direttore della Chirurgia pediatrica dottor Fabrizio Gennari e dalla sua équipe. Nel prosieguo però si sono verificate altre problematiche (non legate alla malformazione) e la situazione respiratoria si è complicata perché la piccola ha sviluppato una malattia epatica colestatica che ha determinato l'abnorme ingrossamento del fegato, con effetto compressivo sul torace, e una una progressiva insufficienza epatica. Si è reso necessario un trapianto, ma l'attesa dell'organo adatto si è protratta per mesi, durante i quali la bimba ha anche superato un'infezione da Covid. L'operazione è stata eseguita presso l'ospedale Molinette dal professor Renato Romagnoli (direttore del Centro trapianti di fegato dell'ospedale Molinette) e dalla sua équipe. Le successive cure intensive post-trapianto sono state assicurate dall'équipe di Anestesia e Rianimazione 2 delle Molinette (diretta dal dottor Roberto Balagna) e "hanno permesso all'organismo della bimba - spiegano alla Città della Salute - di recuperare progressivamente, dopo tutte le difficoltà già superate".

Il padre: “Adesso potrà conoscere il mondo”

"La prima cosa che faremo quando tornerà a casa sarà quella di portarla in un parco, per farle vedere il sole, gli alberi, le foglie e la natura, visto che per tutti questi mesi è stata chiusa in ospedale". Queste le prime parole dopo l’intervento di Adrian Anghel, il padre della bimba. "Siamo felicissimi. È stato un anno duro, anche perché per colpa del Covid non potevamo stare insieme a lei io e mia moglie Elena nello stesso momento", dice l'uomo. "Mia figlia è stata forte - continua - e voglio ringraziare la famiglia del donatore che ha permesso questo miracolo e tutti i medici che l'hanno seguita e il professore Renato Romagnoli che ha eseguito il trapianto. Quello che vogliamo adesso è che nostra figlia possa conoscere il mondo", conclude commosso.

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