Covid: cortei e manifestazioni, a Torino un venerdì di protesta

Piemonte

Una giostra di cavalli di cartone, palloncini tricolore a formare un tendone e la macchina per lo zucchero filato: è il colorato flash mob organizzato dai giostrai piemontesi che si sono ritrovati in un centinaio in piazza Castello a Torino

Venerdì di proteste a Torino con diverse categorie scese in piazza oggi. In programma una manifestazione di chi chiede di riaprire le scuole in piazza Carignano, mentre di fronte agli uffici della Regione si sono riuniti un centinaio di giostrai, i cui spettacoli sono annullati ormai da mesi. I tassisti hanno organizzato un corteo in piazza Vittorio Veneto per chiedere più aiuti per far fronte alla crisi dovuta alla pandemia, mentre è prevista una manifestazione anche dei rider, in piazza Statuto, per sottolineare l'importanza del loro lavoro in questi mesi di chiusure. Infine, davanti alla prefettura, è previsto il sit-in dei lavoratori ex Embraco. 

La protesta dei giostrai

In piazza Castello i manifestanti hanno portato una giostra di cavalli di cartone, palloncini tricolore a formare un tendone e la macchina per lo zucchero filato. È il colorato flash mob organizzato dai giostrai piemontesi. "Siete cresciuti con le giostre, non fatele morire" si legge sui cartelli. "Il nostro obiettivo è riaprire il prima possibile - spiega Marco Della Ferrera, rappresentante della categoria - bisogna ricreare la ripartenza, dopo oltre un anno di chiusura. Molti nostri giovani si sono dovuti trovate altre occupazioni, anche perché quello che abbiamo ricevuto da governo non è stato sufficiente".

L'assessore alla Cultura della Regione Piemonte, Vittoria Poggio, ha voluto assicurare i manifestanti che si sta operando affinché questo momento duro finisca "dopo Pasqua". "Dobbiamo ripartire con modalità diverse ma riprendere a lavorare. Continuerò a chiedere ai Comuni - aggiunge Poggio - di far lavorare i giostrai e trovare quindi un accordo in sicurezza nella tutela di tutti".

La protesta in piazza Castello a Torino di giostrai e circensi
La protesta in piazza Castello a Torino di giostrai e circensi - ©Ansa

La manifestazione anti-Dad

In piazza Carignano si sono radunate 200 persone circa, tra genitori e studenti, con striscioni, pendole e trombette, mentre chi è rimasto a casa ha interrotto per un minuto la dad suonando una campanella. "Oggi sono presenti studenti e insegnanti. L'unica assente è la scuola", dicono i manifestanti. "Siamo stufi di stare a casa - dice Carola Messina di 'Priorità alla scuola' - vogliamo che tutti gli ordini di scuola rientrino, non solo i più piccoli, e vogliamo ribadire quali sono le priorità per la scuola del futuro. Non crediamo alla riapertura dopo Pasqua - aggiunge Messina - crediamo che forse riusciranno a entrare a scuola i più piccoli anche perché c'è un tema di conciliazione scuola-lavoro che ha portato in piazza le famiglie. Ma ricordiamo che anche i ragazzini fino ai 14 anni non dovrebbero essere abbandonati davanti a uno schermo". "Siamo scesi in piazza perché le istituzioni ci hanno lasciato una scuola in macerie, edilizia scolastica che non garantisce sicurezza e nemmeno misure sanitarie che ci avevano promesso - sostiene Alessandro del liceo Gioberti - La scuola ci è stata lasciata in macerie e noi dobbiamo ricostruirla come studenti, docenti, genitori e tutte le persone che davvero attraversano il sistema scolastico". 

Taxi in corteo dall'Allianz Stadium fino in centro

Un corteo di 700 taxi, scortati dai vigili urbani, è partito a suon di clacson alle 9 dall'Allianz Stadium per raggiungere piazza Vittorio Veneto dove ci sarà il presidio. Un corteo dovrebbe raggiungere a piedi la sede della Regione Piemonte, in piazza Castello. I tassisti lamentano di avere avuto meno di 5.000 euro di aiuti a fronte di una perdita dell'80% del fatturato. "Siamo un servizio pubblico, ma non veniamo considerati", spiegano. I taxi di turno lavorano regolarmente. Fumogeni e petardi per "far sentire la nostra rabbia". "Siamo in strada tutti i giorni ma non si lavora più e con quel poco che guadagniamo dobbiamo scegliere: o paghiamo l'Inps o mettiamo a tavola qualcosa per i nostri figli". C'è chi non riesce neanche a parlare quando gli si domanda come fa a tirare avanti e gli scende una lacrima sul viso. "Le istituzioni sono sorde, eppure è da un anno che c'è questa situazione, siamo esasperati. E molti di noi sono disposti a tutto anche purtroppo a gesti estremi", dice un tassista.

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