Covid, scuole chiuse in Piemonte: la rabbia di genitori e alunni

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"Se chiudono la scuola e gli asili non so proprio come fare. Con il lavoro come facciamo a seguirli?", osserva preoccupata una madre

Incertezza e rabbia davanti alla elementare "Niccolò Tommaseo", nel centro di Torino, tra i genitori che questa mattina hanno accompagnato i figli a scuola. "Vedremo cosa decideranno venerdì, ma sono molto preoccupato", dice un padre commentando la possibilità che la Regione Piemonte, dopo aver annunciato la didattica a distanza per seconde e terze medie e per le superiori, chiuda anche le altre scuole. Alla luce dei dati degli oltre trenta distretti sanitari del Piemonte, venerdì la Regione potrebbe infatti estendere la didattica a distanza anche per gli ordini e gradi scolastici inferiori. (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI)

La rabbia dei genitori

"Se chiudono la scuola e gli asili non so proprio come fare. Con il lavoro come facciamo a seguirli?", osserva preoccupata una madre. "Tra elementari e asili ho tre figli - aggiunge un altro genitore - non possono dirci all'ultimo che chiudono, non abbiamo tempo di organizzarci". "Perché non mostrano i dati sui contagi nelle scuole?", insiste la "paladina anti dad" Anita, la studentessa 12enne della Italo Calvino, la media che fa parte dell'istituto comprensivo Tommaseo. "Li ho cercati ma non li ho trovati da nessuna parte - dice la ragazza -. Esistono?". Confermata intanto l'intenzione degli studenti di fare lezione in piazza Castello davanti alla sede della Regione Piemonte da lunedì. Tutte le mattine.

La sindaca di Settimo Torinese: “Chiudere scuole è un grave errore”

Al coro delle proteste contro la decisione della Regione si unisce anche la sindaca di Settimo Torinese, Elena Piastra, secondo la quale chiudere le scuole è “un grave errore. Chiudere la scuola - scrive su Facebook - significa indurre un'ulteriore demoralizzazione generale nel combattere il virus, che le nostre città non possono permettersi. Chiudere le scuole oggi, tenendo aperto tutto il resto, è un messaggio totalmente sbagliato per il nostro Paese. Non permettiamo ai nostri ragazzi di andare a scuola, ma potranno andare in piazza o in un centro commerciale…”

"Se la situazione è nuovamente fuori controllo - conclude -, ci sono altri tipi di chiusure graduali da fare prima di arrivare a chiudere la scuola. Così come tante azioni di monitoraggio e isolamento del virus da provare a mettere in atto tempestivamente, costantemente e per davvero”.

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