La donna ha presentato otto esposti sostenendo di essere vittima di una persecuzione, ma secondo gli inquirenti le denunce sarebbero state infondate. La procura ha chiesto una pena a 3 anni e 6 mesi di reclusione
Ha presentato otto esposti sostenendo di essere la vittima di una persecuzione, ma per l'insegnante che lavora in una scuola di Torino la procura ha chiesto una condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione per il reato di calunnia. Il pm Dionigi Tibone ha anche proposto al Tribunale di trasmettere una segnalazione alle autorità ministeriali.
La ricostruzione
La vicenda risale al periodo compreso tra il settembre del 2017 e il febbraio del 2018. La donna, che fra le altre cose aveva parlato di lettere anonime e di una testa di coniglio abbandonata sullo zerbino di casa a scopo intimidatorio, non aveva indicato il nome del persecutore, ma il contenuto degli esposti, secondo l'accusa, era tale da indirizzare le indagini verso la giovane figlia di un suo ex fidanzato, risultata non solo incolpevole ma all'oscuro di tutto e ora costituita parte civile con l'avvocato Claudia Cisotto.
La difesa dell'insegnante
Secondo il difensore, avvocato Isabella Giannone, non si può parlare di una vera e propria calunnia perché gli stessi investigatori non hanno mai avuto dubbi sull'infondatezza degli esposti. "Siamo in presenza - ha osservato l'avvocato Giannone nel corso della sua arringa - di una persona fragile, sensibile e molto sola. La veemenza con cui ha esposto i fatti dimostra che crede veramente a ciò che dice ed è possibile che questo sia uno dei casi in cui non ci sia un vizio di mente, ma una qualche forma di disagio". Il 5 febbraio 2018, al termine di laboriose indagini coordinate dalla procura, all'insegnante fu notificata una misura restrittiva. In aula è stato ricordato che in quell'occasione contattò una cartomante.