I manifestanti, seduti a terra in piazza Castello, hanno esibito cartelli con slogan come “No all’abusivismo" e “Basta chiusure, sì alla sicurezza”
Protesta dei centri estetici questa mattina a Torino, davanti al palazzo della Regione Piemonte, in piazza Castello. "Perché siamo chiusi, quando da noi igiene e sanificazione sono al primo posto?", chiedono i manifestanti, seduti a terra con cartelli che recitano slogan come “Abbiamo diritto di lavorare”, “No all’abusivismo", “Basta chiusure, sì alla sicurezza”. (CORONAVIRUS: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEL CONTAGIO)
Le voci dalla piazza
"La motivazione per cui siamo rimasti chiusi nessuno la conosce - spiega Vito Gioia, di Federvie - una chiusura che ha generato il lavoro in nero".
Ci sono state infatti centinaia di estetiste sul territorio, raccontano i manifestanti, che hanno continuato a lavorare a domicilio, girando le case dei clienti, col rischio di contagiare o contagiarsi. "Abbiamo dei protocolli di sicurezza paragonabili ad un ambulatorio medico - afferma Maria Mediati, di Unione Estetisti - Siamo stanchi di essere presi in giro, le istituzioni ci spieghino perché noi siamo stati chiusi, quando i nostri centri sono in sicurezza come ci era stato chiesto dopo il primo lockdown".
"Molti ristori - aggiunge Gioia - non sono arrivati e comunque non sono sufficienti per compensare la chiusura di un’attività".