Così il governatore della Regione: “Si potrebbe consentire l’attività lasciando chiusi bar e ristoranti. È una strada che dobbiamo percorrere insieme al Governo”
Per lo sci invernale, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha dichiarato a Rai News 24: "Possiamo trovare un punto di equilibrio, come stanno facendo in altri paesi. È uno sport e lo si può praticare in sicurezza. Si potrebbe consentire l'attività sciistica, lasciando chiusi bar e ristoranti. È una strada che dobbiamo percorrere insieme al Governo" (COVID: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI). Ha poi aggiunto: "Come sempre, bisogna cercare soluzioni di buon senso, verificare se esiste la possibilità di permettere alle attività sciistiche di funzionare pur nel rispetto, prioritario, delle condizioni di salute".
"Non possiamo permetterci terza ondata e terzo lockdown"
"Il turismo invernale - ha spiegato il presidente della Regione - è un pezzo fondamentale dell'economia del Piemonte, i gestori degli impianti e i ristoratori nelle vacanze di Natale realizzano metà del loro fatturato annuale. Tutti vogliamo vivere il Natale, ma se pensiamo di viverlo come l'estate sbagliamo di grosso: una terza ondata e un terzo lockdown non possiamo permettercelo. È evidente che se non verrà data la possibilità di riaprire, dovranno essere corrisposti ristori certi e adeguati alle imprese e alle persone danneggiate".
Regioni: “Stop sci danno irreversibile a economia montagna”
Intanto, la conferenza delle Regioni ha approvato le linee guida sulla stagione sciistica. Un "contributo propositivo" al governo, "per non compromettere la stagione sciistica e per non creare un danno irreversibile all'economia della montagna dei nostri territori”, afferma il vicepresidente, Giovanni Toti. L’auspicio, prosegue Toti, "è che, come accaduto in precedenza, il Governo voglia condividere con le Regioni i necessari approfondimenti sul piano della collaborazione istituzionale nell'interesse dei cittadini, del tessuto socioeconomico del Paese e nel rispetto delle necessarie regole di prevenzione”.
Dalla Lombardia, intanto, arriva una netta presa di posizione: "Tenere chiusi gli impianti sciistici vuol dire fare fallire l'economia della montagna", affermano gli assessori regionali al Bilancio e alla Montagna, Davide Caparini e Massimo Sertori, che definiscono lo stop "una scelta scriteriata, incomprensibile da parte di un Governo disorientato".