Torino, manifesti contro 'mafia del Tav': denunciati attivisti Carc

Piemonte

La notizia è confermata dagli stessi Carc, secondo cui i due sono stati anche multati, oltre che indagati per minacce, per affissione abusiva dalla polizia

Due attivisti del Partito dei Carc sono indagati dalla questura di Torino per minacce in relazione ai manifesti, comparsi ieri nella zona del Tribunale di Torino, "contro la mafia del Tav". La notizia, anticipata dal quotidiano La Stampa, è confermata dagli stessi Carc, secondo cui i due sono stati anche multati per affissione abusiva dalla polizia, che li ha sorpresi nella notte tra martedì e mercoledì nella zona del Tribunale. Le loro abitazioni sono state perquisite ed è stato sequestrato del materiale.

Le parole del Partito dei Carc

"Dovessero rivelarsi vere le accuse nei loro confronti, diciamo loro che hanno fatto bene a diffondere un manifestino che giustamente chiama in causa la mafia del Tav. Che 10, 100, 1000 manifestini dello stesso tenore e tipo circolino - scrive il Partito dei Carc in una nota - Che tutti sappiano chi sono gli esponenti delle autorità che in nome della legalità e della sicurezza imperversano contro il movimento No Tav".

I manifesti

Sul volantino, affisso poche ore dopo il ritrovamento di un plico indirizzato al giudice del Tribunale di Sorveglianza Elena Bonu con all'interno due proiettili, compaiono le foto del questore Giuseppe De Matteis, del prefetto Claudio Palomba, del procuratore generale Francesco Saluzzo, del sostituto procuratore Nicoletta Quaglino, del pm Manuela Perrotta, del presidente del tribunale Marco Viglino. "La mafia del Tav siede in prefettura, questura e tribunale. Smascheriamo i membri della cupola - si legge nel volantino -, accusiamo gli accusatori". Il testo si conclude con la richiesta della liberazione dei No Tav in carcere e con l'invito a costruire "in ogni azienda, scuola, quartiere, comitati clandestini per il nuovo partito Comunista". 

Torino: I più letti