No Tav, tensioni al cantiere in Val di Susa: ferito agente della Digos

Piemonte
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A ridosso del cantiere, un gruppo di attivisti si è staccato dagli altri e ha cercato di tagliare il filo spinato e di abbattere le recinzioni e i jersey: Contusi altri poliziotti dei reparti mobili

Blitz nella notte al cantiere della Torino-Lione a Chiomonte, in Val di Susa. I No Tav hanno raggiunto la zona dopo essere partiti da Giaglione nel pomeriggio ed aver fatto tappa al presidio dei Mulini. A ridosso del cantiere, un gruppo di attivisti si è staccato dagli altri e ha cercato di tagliare il filo spinato, quattro bombe carta sono state fatte esplodere. Nei pressi dei cancelli sono stati appiccati roghi e lanciati fuochi d'artificio. Per allontanarli, le forze dell'ordine hanno utilizzato idranti e lacrimogeni. (LE NOTIZIE SUI NO TAV)

Ferito un agente

Da quanto risilta, un agente della Digos di Torino è rimasto ferito nei disordini, mentre altri poliziotti dei reparti mobili sono rimasti contusi. Dopo i disordini, durati più di un'ora e mezza, a ridosso del cantiere sono state ritrovate sette bombe carta inesplose. La Digos è al lavoro per identificare gli autori del blitz, anche attraverso l'analisi dei filmati pubblicati sui social dei dimostranti. 

La rivendicazione dei No Tav

"Questa lunga storia non finirà finché non verrà abbandonato l'inutile progetto del Tav che minaccia il nostro futuro e la nostra salute". I No Tav rivendicano così, in una nota, gli scontri della scorsa notte al cantiere della Torino-Lione. "Nonostante le ordinanze prefettizie e il blocco dei sentieri più facilmente percorribili, i No Tav nella serata di ieri hanno raggiunto prima i Mulini e poi le reti del cantiere", scrivono gli attivisti del movimento che si oppone alla realizzazione della Torino-Lione, per i quali il lancio di lacrimogeni da parte della polizia è avvenuto "inutilmente, perché i No Tav hanno resistito". 

Il blitz

I No Tav si erano ritrovati nel pomeriggio a Giaglione e, a piedi, si erano diretti al presidio dei 'Mulini', a ridosso dai lavori di ampliamento del cantiere. Qui, raccolte le forze e indossati abiti scuri, hanno percorso i sentieri meno battuti per raggiungere il cantiere. Le prime file degli antagonisti, armati di scudi artigianali, hanno protetto un gruppo che si è staccato per tagliare il filo spinato e cercare di tirare giù le recinzioni e i jersey. Intanto un altro gruppetto, dopo aver effettuato una battitura, ha appiccato il fuoco a una catasta di legna. L'incendio è stato immediatamente domato dalla polizia. Per respingere gli assalitori, le forze dell'ordine hanno usato prima gli idranti, poi i lacrimogeni, costringendo i No Tav a ripiegare.

Le reazioni della politica

L'assessore alla Sicurezza della Regione Piemonte, il leghista Fabrizio Ricca, si è appellato alle autorità perché fermino "chi usa la violenza come costante strategia politica".

"La resistenza alla Tav, un'opera voluta dal Parlamento di uno Stato democratico, non è legittima e il Governo non può fingere che nulla succeda - conclude il segretario generale del Siulp di Torino, Eugenio Bravo - ma deve mettere le forze dell'ordine nelle migliori condizioni possibili per adempiere al loro dovere che si estrinseca, anche, nella difesa della Tav". 

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