Alle 18 di ieri sono arrivate al Comune 1.500 domande di bar, ristoranti e pasticcerie che annunciavano l'intenzione di partire con il cibo e le bevande d'asporto, ma secondo Confesercenti ci sarebbe qualche centinaio di richieste in più non ancora processate
A Torino serrande alzate per quasi duemila esercizi pubblici che da questa mattina possono iniziare con il takeaway, con sei giorni di ritardo rispetto al resto del Piemonte. Alle 18 di ieri sono arrivate al Comune 1.500 domande di bar, ristoranti e pasticcerie che annunciavano l'intenzione di partire con il cibo e le bevande d'asporto, ma secondo Confesercenti ci sarebbe qualche centinaio di richieste in più non ancora processate. Le più preparate sembrano essere pasticcerie e gelaterie, quasi tutte già partite o in procinto di farlo. (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI)
Le parole della sindaca Chiara Appendino
Intanto la sindaca Chiara Appendino ha lanciato un appello: "Usare responsabilità è innanzitutto un gesto di amore verso queste imprese, colonne portanti della nostra comunità". "L'emergenza è ancora in atto, nessuno può parlare di scampato pericolo ed è esattamente in questo senso che dobbiamo comportarci", ha scritto su Facebook della prima cittadina. "Nonostante ciò, con questa apertura diversi locali e imprese del territorio possono tornare a lavorare dopo mesi di chiusura e mancati incassi. Sappiamo bene - aggiunge - che questa crisi è anche, e sempre di più, economica e quanto le imprese del nostro territorio stiano soffrendo. È il motivo per cui, come Città, abbiamo fatto e faremo tutto il possibile per aiutarle", compreso "un grande piano di promozione per i mesi a venire". La sindaca ricorda che "come per i parchi, questo è un altro piccolo spazio di libertà riconquistato. E, esattamente come per i parchi, se non agiremo responsabilmente e si ravviserà necessario, siamo pronti a disporre il divieto di questa attività. Ma io confido nei torinesi e nel fatto che non sarà necessario".
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