Mondovì, "Qui ebrei": scritta antisemita sulla casa del figlio di una deportata

Piemonte
La scritta antisemita comparsa sulla casa di Aldo Rolfi (Facebook)

Si tratta della casa di Aldo Rolfi, figlio di Lidia, partigiana deportata a Ravensbruck nel 1944, una delle grandi voci dell'orrore dei lager

La scritta antisemita "Juden hier", che significa "qui ci sono ebrei", è comparsa a Mondovì, in provincia di Cuneo, sulla porta di casa di Aldo Rolfi, figlio di Lidia, partigiana deportata a Ravensbruck nel 1944, una delle grandi voci dell'orrore dei lager. A riferirlo è stato lo stesso Rolfi con un post su Facebook. La scritta è comparsa nella notte sulla porta della casa dove la donna ha vissuto fino alla morte, avvenuta nel 1996. La via dove si trova la casa è stata intitolata a lei alcuni anni fa. 

"Episodio legato a un articolo di giornale"

"L'emergenza odio è colossale, palpabile in tutti i campi. La mente torna a notti buie e vergognose della nostra Storia recente", aveva scritto Aldo Rolfi sull'ultimo numero del settimanale Provincia Granda. La scritta antisemita potrebbe essere legata proprio a questo articolo, come sostiene lo stesso Rolfi nel post pubblicato su Facebook. Sull'episodio sono in corso le indagini dei carabinieri e della Digos di Cuneo. Peraltro la famiglia Rolfi non è di origine ebraica.

Chi era Lidia Beccaria Rolfi

Lidia Beccaria Rolfi, staffetta partigiana, dopo la deportazione ha lavorato per l'Istituto Storico per la Resistenza di Cuneo e per l'Associazione nazionale ex deportati. Nel 1978 ha scritto 'Le donne di Ravensbrück', prima opera in italiano sulla deportazione femminile nei campi di concentramento della Germania nazista. Nel 1997 è stato pubblicato postumo 'Il futuro spezzato', un saggio sull'infanzia durante la dittatura, con l'introduzione di Primo Levi.

Il sindaco di Mondovì: "Un fatto vergognoso"

"È un atto gravissimo che, da sindaco e da uomo, condanno fermamente" - ha commentato il sindaco di Mondovì, Paolo Adriano - "Un fatto vergognoso che offende ed indigna Mondovì, città medaglia di bronzo al Valor Militare nella guerra di Liberazione, e tutti i monregalesi. Ci stiamo organizzando per rispondere con un'apertura straordinaria della Sinagoga di Mondovì: invito, quindi, tutti a partecipare per esprimere non solo vicinanza e solidarietà alla Comunità Ebraica, ma per affermare con forza la nostra appartenenza ad una società civile e democratica e condannare pericolosi rigurgiti di antisemitismo".
Poi il sindaco ha aggiunto: "In attesa che vengano concluse le indagini per individuare e assicurare alla giustizia i responsabili del gesto, esprimo a nome mio, dell'Amministrazione tutta e della cittadinanza, solidarietà alla Comunità Ebraica, al nostro concittadino Aldo Rolfi e a tutta la famiglia, da sempre impegnata nella testimonianza e nella tutela dei valori fondanti della nostra Costituzione, in memoria della mamma Lidia Rolfi, a cui è intitolata la scuola primaria di Piazza. Ricordo, infine, che tra pochi giorni e con ancor più viva partecipazione Mondovì poserà due nuove pietre alla memoria di due concittadini deportati nei campi di concentramento".

Cirio: "Mi indigno per un gesto ignobile"

"A nome della terra che rappresento e che ha pagato con tante vite il rispetto e la difesa della libertà - scrive in una nota il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio -, mi indigno per un gesto ignobile che il Piemonte condanna con la sua storia e con i suoi sacrifici. Spero che i responsabili vengano individuati al più presto e puniti con il massimo rigore".

Zingaretti: "Mobilitiamoci contro la cultura dell'odio"

"Ecco dove porta la cultura dell'odio. Cosa altro deve accadere per capire che dobbiamo mobilitarci tutti contro questa follia che ci porta indietro?", scrive su Facebook il segretario del Pd e presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
"Un abbraccio immenso - ha aggiunto - a tutta la comunità ebraica. Non siete soli. Sostituiamo l'intolleranza, l'odio, la violenza, l'arroganza con la fiducia, il rispetto, la speranza, la passione. Cosi si costruisce il futuro migliore per tutte e tutti".

Grasso: "Fantasmi del passato che riaffiorano"

"Solo nelle ultime ore: per l'ex Ministro dell'Interno l'antisemitismo cresce per colpa dell'immigrazione, ad Andria una svastica su una parete della cattedrale, a Mondovì la scritta «Juden hier» (qui ci sono ebrei) sulla porta della casa dove ha vissuto Lidia Rolfi, deportata nei campi di concentramento - sostiene sui social network il senatore di Leu, Pietro Grasso, ex presidente del Senato -. "Quando diciamo e sentiamo dire 'mai più', guardiamoci intorno, osserviamo, ascoltiamo i segni dei fantasmi del passato che riaffiorano. E combattiamoli. Perché, come ci ricorda Liliana Segre: 'L'indifferenza è più colpevole della violenza stessa'".

Santerini: "Segnale gravissimo di intolleranza"

"La scritta 'Juden Hier' apparsa a Mondovì è un segnale gravissimo di intolleranza e provocazione proprio nei giorni in cui ricordiamo la Shoah - ha affermato Milena Santerini, coordinatrice nazionale per la lotta contro l'antisemitismo. "Disegnare la stella di David significava additare come diverso e nemico un cittadino che quindi può essere escluso e perseguitato. Farlo oggi non è ignoranza della storia ma, al contrario, volere che si torni a dividere e discriminare. In nessun modo segnali come questi vanno sottovalutati, ma occorre unirci contro l'antisemitismo che riemerge dietro le riabilitazioni del fascismo", ha concluso Santerini.

Scarpace: "Offesa la memoria storica della città"

"Questo episodio ha colpito molto i monregalesi - ha spiegato all'ANSA Gianni Scarpace, condirettore del settimanale Provincia Granda che ospitava la riflessione di Rolfi - che ricordano nella figura di Lidia Rolfi, l'insegnante che giovanissima fu deportata a Ravensbruck, amica di Primo Levi e instancabile narratrice della condizione femminile nei campi di sterminio. Provincia granda è un giornale laico, senza una connotazione politica, la storica gazzetta di Mondovì che ha celebrato i 150 anni di storia nel 2019. Un episodio di questo genere, in tempi recenti, non è mai accaduto. Lo condanniamo in modo forte - ha sottolineato - perché offende la memoria storica di una monregalese importante e offende la città, che accoglie la nostra redazione del 1869. Aldo Rolfi ha riportato sulla nostra terza pagina memorie di sua mamma finora sconosciute ai più e gliene siamo grati".

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