Il primo cittadino ricorda che quella di Torino è "storia di porte aperte. Purtroppo nel nostro Paese episodi di discriminazione sono tornati a diffondersi ma ad essere tornata indietro non è la città, solo alcune persone che non rappresentano che loro stesse"
"Torino non si rassegna". Lo scrive la sindaca di Torino, Chiara Appendino, in un suo post su Facebook per commentare le affermazioni di Eniola Aluko, ex giocatore della JWomen, che in una lettera pubblicata dal The Guardian ha accusato Torino di essere una città razzista. Affermazioni che per il primo cittadino "pesano come un macigno". Appendino ricorda che quella di Torino è "storia di porte aperte. Purtroppo nel nostro Paese episodi di discriminazione sono tornati a diffondersi - ammette -, ma ad essere tornata indietro non è la città, solo alcune persone che non rappresentano che loro stesse.
Appendino: "Clima cambiato in Italia, ma non mi rassegno"
"Negli ultimi tempi qualcosa in Italia è cambiato. In alcuni frangenti si è tornati a legittimare pensieri e comportamenti che dovevano rimanere sepolti per sempre, nelle pagine più vergognose dei libri di storia. Studiati sempre troppo poco - osserva la sindaca nel post -, ma non mi rassegno io, non si rassegnano migliaia di cittadini che quei pensieri li combattono ogni giorno, non si rassegna Torino. Perché Torino non è così", insiste la prima cittadina. "Torino è sempre qui. Consapevole delle difficoltà, ma profondamente determinata nel rifiutare che queste possano essere ridotte al colore della pelle, alla religione, o a qualsiasi altra caratteristica della persona - afferma -. Rimango convinta che la discriminazione si combatta con risposte culturali e politiche, a tutti i livelli, che non possono tardare ad arrivare. La città proseguirà nel suo costante impegno in questa direzione, con tutti gli strumenti a sua disposizione".