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Torino, raccontò delitto in un romanzo: Cassazione conferma condanna a 25 anni

Piemonte
Immagine di archivio (ANSA)

Il piemontese Ughetto Piampaschet è stato ritenuto colpevole dell’omicidio di una donna: grazie alle pagine da lui scritte, i giudici hanno tracciato il profilo dell’autore e hanno individuato analisi e movente dell’assassinio

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La corte di Cassazione ha confermato per Ughetto Piampaschet, l’autore di romanzi ritenuto colpevole di aver ucciso Anthonia Egbuna, una donna di origini nigeriane, lo scorso 18 novembre 2011, una pena di 25 anni di carcere per omicidio. È stata così ribadita la decisione della corte d’assise d’appello di Torino, in seguito alla quale lo scrittore si era dato alla latitanza ed era stato poi arrestato lo scorso 25 luglio. I giudici, nelle pagine dei suoi libri, sono riusciti a ricavare la personalità dell’uomo, oltre che a individuare un movente.

La decisione dei giudici

Secondo i giudici, in uno dei suoi racconti, recuperato dai carabinieri, Piampaschet inserì dei dettagli sull’omicidio “del tutto corrispondenti alla realtà”, ma che all’epoca non erano ancora stati diffusi ufficialmente. Anche per questo, oltre che per una serie di altri indizi raccolti durante le indagini, si è arrivati al giudizio di colpevolezza: “La sovrapposizione degli scritti romanzati provenienti dall’imputato, intitolati ‘La rosa e il leone’, ‘La febbre nera’, ‘Il bracciale di corallo’ e ‘La morte della sirena’, ha consentito alla Corte di leggere e comprendere l’immaginario (e al tempo stesso la vita) dell’imputato, anche per tale ragione individuato come autore dell’omicidio”.

Il delitto

Piampaschet, all’epoca dei fatti 34enne e disoccupato, raccontò in un romanzo l’assassinio di Anthonia, una prostituta nigeriana uccisa dal compagno innamorato. Secondo l’accusa, però, l’omicida è lo stesso autore del libro e la vittima la ragazza di cui si era innamorato. La donna è stata uccisa con 20 coltellate sulle rive del Po, a pochi chilometri da Torino e il suo corpo è stato recuperato la mattina del 26 febbraio 2012 nelle acque del fiume, a San Mauro Torinese. Il manoscritto che descrive l’accaduto è stato ritrovato nell’appartamento della ragazza.

La latitanza

Lo scorso 13 luglio i carabinieri si erano presentati a casa di Piampaschet per condurlo in carcere, dopo che la conferma della condanna nei suoi confronti, ma non lo avevano trovato. Da alcuni manoscritti recuperati dai carabinieri sembra che l’uomo volesse fuggire all'estero, raggiungendo prima la casa di famiglia a Terrasini (Palermo) e poi la Tunisia.