Torino, estorsione alla sindaca Chiara Appendino: chiusa l'inchiesta

Piemonte

Secondo i magistrati l’ex portavoce Luca Pasquaretta avrebbe minacciato il primo cittadino di rivelare dei particolari su vicende giudiziarie che la riguardavano per ottenere un posto di lavoro dopo la revoca del suo incarico di portavoce 

La sindaca di Torino, Chiara Appendino, sarebbe stata vittima di un’estorsione a opera dell’ex portavoce Luca Pasquaretta, 43 anni, che l’avrebbe minacciata di rivelare dei particolari ("se parlo io viene giù tutto ...") su vicende giudiziarie che la riguardavano per ottenere un posto di lavoro dopo la revoca del suo incarico di portavoce. È questa la ricostruzione dei magistrati della Procura di Torino, Gianfranco Colace ed Enrica Gabetta, nell’ambito dell’inchiesta, chiusa oggi, a carico di Pasquaretta. L’ex portavoce diventò poi collaboratore di Laura Castelli, all'epoca sottosegretario all'Economia. Sia Appendino che Castelli sono considerate "persone offese". 

I filoni del procedimento

Sono 8 le persone indagate dalla Procura di Torino nell'ambito del procedimento che, tra le varie vicende prese in esame dai pubblici ministeri, contempla anche il presunto ricatto ai danni della sindaca. Luca Pasquaretta è accusato, oltre che per l'estorsione, anche per altri episodi. Uno di questi è la proiezione sul maxischermo della finale di Champions League del 3 giugno 2017 al Parco Dora: in questo caso, secondo quanto si apprende, sarebbe indagato per corruzione per avere ricevuto denaro e l'utilizzo di 4 automobili in cambio di favori all'organizzatore. Vi è poi l'indagine per peculato per una presunta consulenza da cinquemila euro ottenuta dal Salone del libro di Torino. E, infine, un'altra vicenda che riguarderebbe un incarico ricevuto nel dicembre 2018 da Pasquaretta in Basilicata da parte di Giuseppe Musacchio, commissario straordinario del Consorzio di bonifica della Basilicata. Qui si procede per turbativa d'asta e corruzione: Pasquaretta avrebbe ringraziato Musacchio mettendogli a disposizione le sue entrature negli ambienti politici torinesi e romani

La difesa di Luca Pasquaretta

L'ex portavoce di Chiara Appendino ha sostenuto la propria estraneità ai fatti: "Gli addebiti che mi vengono mossi non intaccano l'orgoglio per il lavoro svolto in questi anni con dedizione e sacrificio. Proverò la mia totale estraneità ai fatti che mi vengono ingiustamente addebitati. Chi mi conosce bene, lo sa", si legge in una nota. E ancora: "Finalmente - prosegue Pasquaretta - potrò leggere le carte e difendermi con forza e determinazione da accuse che ritengo del tutto infondate. Chiederò di essere sentito dalla Procura. Produrrò chat, email e documenti in cui si evince inequivocabilmente la mia totale estraneità ai fatti che mi vengono ingiustamente addebitati. Prima parlerò con i magistrati, poi non mi sottrarrò alle domande e alle curiosità dei colleghi giornalisti".
"In questi mesi - aggiunge ancora l'ex portavoce della sindaca - ho volutamente intrapreso la strada del silenzio, ho rispettato il lavoro della magistratura e continuerò a farlo sempre e comunque. Fino a prova contraria. Oltre ogni ragionevole dubbio. Sono dogmi che appartengono alla mia educazione. È questa la giustizia in cui credo. Sono e sarò sempre garantista".
"Ho osservato, letto e ascoltato tutto - conclude la nota - in rispettoso silenzio, il silenzio dei giusti. Mi difenderò con la stessa determinazione che mi ha permesso nella mia vita di raggiungere grandi traguardi: lo devo a me, alla mia famiglia, agli amici e a chi continua a credere in me come uomo e come professionista".

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