Torino, donna accusata di abusi a 13enne: chat esplicite a processo

Piemonte
Immagine d'archivio Agenzia Fotogramma

Lo definiva “il figlio che non ho mai avuto”, ma in realtà sarebbe stato il suo amante. Gli episodi sarebbero avvenuti dal luglio 2014 fino all'agosto 2017, ma sono emersi soltanto lo scorso anno quando il giovane ha raccontato tutto agli altri educatori

Avrebbe abusato di un ragazzino 13 anni, ospite della comunità per minori di Torino in cui lei lavorava come educatrice. Quel "figlio che non aveva mai avuto", come lo descriveva al marito, sarebbe stato il suo amante. È l'accusa nei confronti di una educatrice di 38 anni, a processo a Torino. Secondo gli inquirenti gli episodi sarebbero cominciati nel luglio 2014 e sarebbero proseguiti fino all'agosto 2017 ma sono emersi soltanto lo scorso anno quando il giovane, prossimo alla maggiore età, ha trovato il coraggio di raccontare tutto agli altri educatori. "Chiarirà la sua posizione, quando verrà sentita dal giudice", spiega il suo avvocato, Andrea Fenoglio di fronte alle accuse del pm Barbara Badellino.

La 38enne aveva anche ottenuto l'affido del ragazzo

Nel corso dell'indagine sono state acquisite chat ritenute esplicite della natura del rapporto tra l'imputata e l'adolescente che, secondo l'accusa,si incontravano di nascosto a casa dell'educatrice. “È timido, si imbarazza davanti a uomini più grandi", era la scusa con cui la donna allontanava dall'abitazione il compagno per restare da sola con il ragazzino. Per trascorrere ore extra con lui, ad un certo punto la 38enne era anche riuscita a ottenerne l'affido. Le ex colleghe della donna, che nel frattempo è stata trasferita e ora si occupa di anziani e disabili, sono incredule.

 

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