Il cachemire era acrilico, scoperta frode a Torino

Piemonte
Foto di Archivio (Agenzia Fotogramma)

L'imprenditore ha collaborato con i finanzieri, mettendo a disposizione tutta la documentazione relativa alla fornitura. Individuato il produttore della merce con opificio in Bangladesh: dovrà rispondere di frode in commercio

Una nota azienda italiana, operante nel settore dell'abbigliamento sportswear con decine di negozi in tutta Italia, è al centro di un'indagine della guardia di finanza su una presunta frode commerciale. Etichette, cartellini, e scaffali espositivi della Ucm Sportswear, titolare del marchio Cotton & Silk, riportavano che i capi d'abbigliamento fossero realizzati con "fibre di cachemire", ma i maglioni erano in realtà in acrilico. Così la guardia di finanza ha sequestrato, nei suoi 120 punti vendita, 40mila capi importati dal Bangladesh e venduti a un prezzo intorno ai 50 euro ognuno per un valore di circa due milioni di euro.

La collaborazione

L'imprenditore, titolare del brand, ha collaborato con i finanzieri, mettendo a disposizione degli inquirenti tutta la documentazione relativa alla fornitura. Le successive indagini hanno permesso di individuare anche il produttore della merce, prodotta in Bangladesh. Quest'ultimo, ora, dovrà rispondere di frode in commercio.

Il legale della ditta: "L'azienda è parte lesa"

In una nota l'avvocato difensore dell'azienda, Maurizio Capozzo, precisa che non c'è stato alcun intento fraudolento nella condotta della ditta di abbigliamento. Secondo quanto sostenuto dall'avvocato, inoltre, il sequestro riguarderebbe alcune "giacenze di magazzino", pari a circa "tremila pezzi", per un totale di circa 50mila euro. La società, sottolinea il legale, "è parte lesa nella truffa, rispetto alla quale ha avviato tutte le azioni presso le autorità straniere e nazionali atte a tutelare il suo buon nome e quello del marchio di vendita". Il sequestro riguarda un lotto prodotto in Bangladesh e acquistato dall'azienda italiana attraverso una società di brokeraggio. "Tutti i rapporti commerciali con la società bengalese sono stati interrotti", precisa ancora l'avvocato Capozzo.

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