Scontri a Torino con la Polizia, il Sap: “Stupiti dalle assoluzioni”

Piemonte
Foto di archivio (ANSA)

"Giustificare chi manifesta a volto coperto, impugnando bottiglie e lanciando bombe, riporta agli anni '70 e al terrorismo” afferma il Sindacato di polizia dopo l'assoluzione di 5 antifascisti processati per gli incidenti del febbraio 2018

È una sentenza che "lascia sbalorditi" quella che ha visto assolti cinque autonomi per gli incidenti del 22 febbraio 2018, durante un corteo antifascista contro una iniziativa elettorale di Casapound. Ad affermarlo, in una nota, è il segretario provinciale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap), Antonio Perna.

La rabbia del sindacato

"Negare l'evidenza, dicendo che non vi sia traccia negli atti processuali del lancio della bomba carta e del ferimento del collega – sostiene Perna - significa sminuire il ruolo e il valore dei poliziotti". Significa, prosegue il sindacalista, "legittimare chi, pur di far tacere chi non si adegua al suo pensiero, non esita ad armarsi e ad attaccare i poliziotti, 'colpevoli' di far rispettare le leggi e la democrazia. Il senso di impunità di questi soggetti si sposa con gli ammiccamenti di alcuni personaggi, membri delle istituzioni, che invece di prendere le distanze, offrono una copertura ideologica a chi ha fatto della violenza e della sopraffazione la propria bandiera". "Giustificare chi manifesta a volto coperto, impugnando bottiglie e lanciando bombe, riporta agli anni '70 e al terrorismo, che anche all'epoca trovò appoggi e connivenze inaccettabili - rincara la dose Perna - Questa teppaglia deve essere fermata, non è accettabile che si possa continuare così. È ora di finirla".

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