Torino, hotel non versa tassa soggiorno: Cassazione conferma peculato

Piemonte
Foto di archivio (ANSA)

Il caso riguarda il gestore di due alberghi del capoluogo piemontese, che tra il 2012 e il 2015 non ha versato alle casse pubbliche più di 200mila euro raccolti 

L’albergatore che non versa all’Erario l’imposta di soggiorno è colpevole di peculato. Lo ha ribadito la Corte di Cassazione che, questa settimana, ha depositato le motivazioni della sentenza con cui a luglio ha confermato la decisione della Corte d'appello di Torino del 6 febbraio 2018. Il caso riguarda il gestore di due alberghi del capoluogo piemontese, Roberto Franci, che tra il 2012 e il 2015 non ha versato nelle casse pubbliche più di 200mila euro raccolti. Secondo i magistrati, l'imprenditore andava ritenuto come un "incaricato di pubblico servizio nel momento in cui riceve la tassa di soggiorno di competenza del Comune". Nel corso del processo, l'albergatore ha sostenuto di aver commesso l'errore in buona fede, ma i magistrati non l'hanno ritenuta una ragione credibile perché comunicava trimestralmente gli importi agli uffici comunali e poi tratteneva il denaro. Quella contro Franci è la seconda sentenza della Suprema Corte che riguarda un albergatore torinese accusato di peculato per l'omesso versamento dell'imposta di soggiorno al Comune di Torino. Nel 2015 la procura aveva avviato un'inchiesta a partire dalla denuncia dell'amministrazione cittadina. 

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