Caso Fonsai, Procura: no ad affidamento in prova di Giulia Ligresti

Piemonte
Foto di archivio (ANSA)
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Dopo il parere della procura generale, ora si attende quello del tribunale che dovrà decidere se concedere alla donna i lavori socialmente utili come pena alternativa

La procura generale di Torino si è opposta alla richiesta di Giulia Ligresti di scontare, con un lavoro socialmente utile, il residuo della pena di 2 anni e 8 mesi di reclusione, patteggiata nel 2013 nell'ambito dell'inchiesta sui conti di Fonsai. La decisione del tribunale di sorveglianza è attesa nei prossimi giorni.

La proposta avanzata dai legali di Giulia Ligresti era quella di far lavorare la donna per alcune ore alla settimana come Pr o designer. Da indiscrezioni emerse dagli ambienti giudiziari piemontesi, uno degli argomenti che potrebbero portare i giudici a rigettare la domanda è il mancato risarcimento del danno.

Il processo

Giulia Ligresti, figlia di Salvatore Ligresti concordò la pena il 3 settembre 2013 per uscire dal procedimento che riguardava un presunto trucco di bilancio nei conti di una compagnia assicuratrice. Secondo l'accusa questo stratagemma avrebbe permesso alla famiglia di incassare dividendi in modo illecito. La sentenza di primo grado di quel processo fu pronunciata dal tribunale di Torino nel 2016. I giudici condannarono Salvatore Ligresti a 6 anni, la figlia Jonella a 5 anni e 8 mesi, l'ex amministratore delegato Fausto Marchionni a 5 anni e 3 mesi, l'ex revisione Riccardo Ottaviani a 2 anni e 6 mesi.
Nel 2017 Giulia Ligresti chiese alla Corte d'appello di Milano la revisione della sentenza di patteggiamento affermando che l'intreccio dei procedimenti giudiziari sul caso Fonsai aveva portato a pronunce da considerare favorevoli alla donna. La difesa, a questo proposito, sottolineava che nel capoluogo lombardo ci sono stati dei proscioglimenti, ma la cassazione ha respinto il ricorso.

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