5 paesaggi incantevoli da ammirare su Google Earth. FOTO

Tecnologia
La Baia di Homebush (Google Earth)

Grazie al software del colosso di Mountain View è possibile osservare molti dei luoghi più belli del mondo, immortalati dai satelliti, senza uscire dalle mura domestiche. Ecco alcuni dei migliori 

Per rispettare le misure restrittive introdotte per limitare il più possibile la diffusione del coronavirus Sars-CoV-2 (segui la DIRETTA di Sky TG24), è necessario evitare di uscire di casa se non strettamente necessario. Alla lunga, trascorrere le proprie giornate all’interno delle mura domestiche può diventare tedioso, ma grazie alla tecnologia è possibile combattere la noia ed evadere, almeno virtualmente, dalla propria abitazione per scoprire luoghi meravigliosi. Il tutto è possibile tramite Google Earth, il software gratuito del colosso di Mountain View che permette di ammirare dettagliatissime fotografie aeree e satellitari della Terra. Le immagini disponibili sono oltre 2.500 e, oltre ad osservarle, è possibile anche utilizzarle come sfondo per il proprio desktop. Ecco alcuni dei luoghi più belli da scoprire tramite Google Earth.

La baia di Homebush

Non capita tutti i giorni di vedere una foresta galleggiante. Nella Baia di Homebush, a ovest del centro di Sydney, è possibile osservare il relitto del battello SS Ayrfield che, col passare del tempo, è stato “invaso” dalle mangrovie, diventando un’attrazione imperdibile per tutti gli appassionati di fotografia e i turisti che visitano la città australiana.

Il cratere di Barringer

Il cratere di Barringer, noto anche come Meteor Crater o Canyon Diablo crater, è un cratere meteorico largo circa 1.200 metri e profondo 170, che si generò 49.000 anni fa in seguito all’impatto di un asteroide del diametro di circa 46 metri con la Terra. Si trova in Arizona, negli Stati Uniti. Il suo nome deriva da Daniel Barringer, l’ingegnere minerario di Philadelphia che nel 1903 ipotizzò per primo l’origine meteorica dell’enorme voragine.

Uluru

Uluru, noto anche come Ayers Rock, è il più imponente massiccio roccioso dell’outback australiano e dal 1987 è presente nella lista dei Patrimoni mondiali dell’Umanità dell’Unesco. Noto soprattutto per la sua intensa colorazione rossa, che varia sensibilmente in base all’ora del giorno e all’alternarsi delle stagioni, questo simbolo dell’Australia è circondato dalla superficie completamente piana del bush ed è visibile da decine di chilometri di distanza. 

Desert Breath

Situata nel deserto egiziano, non lontano dalla nota località turista Hurgada (situata sulla costa del Mar Rosso), Desert Breath è un’installazione artistica realizzata nel 1997 da Danae Stratou, Alexandra Stratou e Stella Constantinides, tre artisti greci che hanno voluto celebrare il deserto come “stato e paesaggio mentale”. È composta da coni verticali e buche complementari di forma conica disposte a doppia spirale. Complessivamente, occupa una superficie di quasi 100.000 metri. 

Le linee di Nazca

Nel deserto di Nazca si trovano più di 13.000 linee che formano oltre 800 disegni, tra cui alcuni raffiguranti animali come il colibrì, il condor e la balena. Si tratta, naturalmente, delle famosissime linee di Nazca, i più noti geoglifi della Terra. Su Google Earth è possibile osservare nel dettaglio questi elaboratissimi disegni, probabilmente realizzati tra il il 300 a.C. e il 500 d.C. 

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