Google, ecco PoemPortraits: con IA i selfie diventano ritratti poetici

Tecnologia
Es Devlin (Instagram)

Il progetto, realizzato grazie alla collaborazione di Es Devlin e Ross Goodwin, si basa su un connubio tra la tecnologia e la poesia: permette di trasformare una semplice foto in un’immagine poetica personalizzata 

Google Arts & Culture, il portale d’arte di Google nato nel 2011 che raccoglie online una vasta quantità di opere, ha lanciato un nuovo progetto artistico: PoemPortraits.
Si tratta di un servizio interattivo che permette di realizzare ‘ritratti poetici’ partendo da un selfie e da una parola scelta dallo stesso utente.
Il progetto, realizzato grazie alla collaborazione della nota scenografa Es Devlin e del programmatore Ross Goodwin, si basa su un connubio tra la tecnologia e la poesia.
Grazie all’Intelligenza artificiale e al machine learning, PoemPortraits permette di tramutare una semplice foto in una poesia personalizzata.

Come creare un ritratto poetico

Il fulcro di PoemPortraits è un algoritmo frutto dell’ingegno di Ross Goodwin, un’Intelligenza artificiale addestrata con circa 25 milioni di parole, scritte dai più noti poeti del XIX secolo.
Per ottenere il proprio ritratto poetico è necessario accedere alla pagina web dedicata (g.co/poemportraits) e digitare la parola desiderata: la vera chiave dell’intero progetto.
Una volta scattato e caricato il selfie, realizzato direttamente dal personal computer o dal proprio smartphone, l’algoritmo di Goodwin si occuperà di tutto il resto, dando vita a una vera e propria poesia scritta sul proprio volto.
"Le poesie possono essere sorprendentemente commoventi oppure, altre volte, prive di senso", spiega Es Devlin.
"L'essenza di questo progetto è il modo profondamente umano in cui cerchiamo e troviamo una risonanza personale nel testo generato dalla macchina”.

Dio, la scultura creata dall’Intelligenza artificiale

L’innovazione tecnologica ha rivoluzionato anche l’arte. Ciò che fino a qualche decennio fa risultava impensabile, ora è diventato realtà: i computer possono tramutarsi in veri e propri scultori.
È questo il caso di Dio, la scultura realizzata dall’Intelligenza artificiale, frutto dell’ingegno di Ben Snell.
Il noto artista di New York ha insegnato a un computer come plasmare una scultura, istruendolo con i progetti di oltre mille statue realizzate da famosi scultori e pittori, quali il David di Michelangelo e il Discobolo di Mirone. Così facendo è riuscito a realizzare un programma in grado di dar forma al progetto di Dio e ha successivamente usato le componenti della stessa macchina per plasmarlo.
"Ho usato la materia prima del calcolo per realizzare questa scultura: sia la sua potenza di elaborazione computazionale che la sua disponibilità materiale letterale", spiega Ben Snell.

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