A&T Torino, le novità per innovare e digitalizzare le Pmi

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Massimo Postiglione, corrispondente da Torino

Tutte le novità della 16esima edizione della Fiera Internazionale A&T, Automation&Testing, di Torino. Dai compagni di fabbrica intelligenti agli ausili digitale per rendere il lavoro più sicuro e produttivo

Siamo entrati nella quinta rivoluzione industriale, ma i dati presentati all’apertura della 16esima edizione della Fiera Internazionale A&T, Automation & Testing, all’Oval Lingotto di Torino, mostrano un’Italia a due velocità. Secondo l’Osservatorio Innovazione Digitale nelle Pmi del Politecnico di Milano, su un campione analizzato di 1.038 realtà rappresentative, c’è un 53% di piccole e medie imprese che considera la transizione digitale un vantaggio competitivo da perseguire con convinzione. Di contro, c’è un 47% che si mostra timido, più pigro, quasi costretto a innovare, solo perchè conviene. Tra questi poi si distinguono gli “irriducibili analogici”, che rifiutano in modo netto qualsiasi forma di cambiamento aziendale legato all’introduzione di nuove tecnologie abilitanti.

 

"La ricerca  mostra in modo inequivocabile quanto ancora esistano freni culturali verso un modello di piccola e media impresa totalmente digitalizzata - ha dichiarato Luciano Malgaroli, Ceo della Fiera A&T - Lo slogan di questa edizione è 'dall’ideale al fattibile', perché la fiera vuole dare risposta alle richieste delle aziende italiane, con incontri e workshop tematici, capaci di unire le esigenze di un’intera filiera a quelle di ogni singolo imprenditore”.

Dalla mano d'acciaio (smart) al compagno di fabbrica

E allora ecco alcune delle chicche che abbiamo potuto visionare negli stand della Fiera. La prima si chiama Him, un acronimo inglese che potremmo tradurre con “compagno di fabbrica”. Sul banco di lavoro un proiettore mostra, in realtà aumentata, come compiere perfettamente qualsiasi operazione di montaggio, rendendola accessibile anche a chi ha una disabilità. Contestualmente, l’operazione viene validata, se è stata ben eseguita. In pratica, un tutor virtuale che perfeziona anche il collaudo del manufatto che si realizza.

 

C’è poi c’è la Iron Hand, una mano d’acciaio mossa da vari sensori che si sentono sul palmo quando la stringiamo, ad esempio. È sviluppata da una startup svedese e permette di alleggerire e rendere più sicuri i lavori pesanti e ripetitivi. L’ha acquistata un maniscalco, qui in fiera, e sarà sperimentata anche per la vendemmia in Franciacorta, per tagliare i grappoli d’uva con le cesoie.

 

Un altro esempio è il distributore intelligente. L’operatore passa il badge davanti al sensore e le porte della produzione si aprono solo dopo aver preso i dispositivi di protezione necessari al lavoro. Caschetto, maschera con filtri o calzature che siano. 

Se parliamo di elevata precisione, infine, dobbiamo far riferimento alla sfera con sensori a lame laser, che pennella il componente da visionare girandoci intorno, per  acquisirne la forma tridimensionale. Poi la sovrappone al progetto originale per verificarne le differenze. Alta tecnologia abbracciata alla fantasia.

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