Paura degli hacker? Arriva la startup in difesa delle aziende

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Chiara Martinoli

Fondata da tre imprenditori romani, Gyala usa l’intelligenza artificiale per sconfiggere le minacce informatiche

Quello che una volta era considerato un tema quasi fantascientifico, oggi è una dura realtà per molte aziende: in un contesto che vede le imprese evolvere nella direzione della transizione digitale, l’hackeraggio è un rischio concreto che si fa sempre più minaccioso. Secondo il rapporto Clusit (Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica) del 2021, negli ultimi quattro anni questo genere di episodi sono aumentati del 78%. Ciò vuol dire che si verifica un attacco grave ogni 5 ore ai danni delle aziende e delle piccole e medie imprese italiane.

Combattere con le stesse armi

Come difendersi? Una proposta arriva da Gyala, startup italiana specializzata in cybersecurity che mette a disposizione soluzioni di business intelligence per tutte le aziende: lo fa grazie ai suoi sofisticati algoritmi di intelligenza artificiale, progettati e sviluppati per prevenire, identificare e gestire minacce e anomalie di tipo informatico. Gyala si avvale dell’esperienza ventennale nel campo della Difesa Information Technology e Sicurezza da parte dei suoi tre fondatori: “Abbiamo prodotto questa soluzione nel contesto del Piano Nazionale di Ricerca Militare – spiega Nicola Mugnato, direttore generale di Gyala – in un secondo momento, abbiamo poi deciso di metterla a disposizione del mondo civile delle piccole e medie imprese”. Fondata nel 2017 dallo stesso Nicola Muganto insieme ad altri due imprenditori romani, Gian Roberto Sfoglietta e Andrea Storico, Gyala coniuga l’approccio “agile” tipico di una startup innovativa, con il consolidato know how maturato nella gestione di progetti di cyber protection di infrastrutture strategiche di interesse nazionale, sviluppate con il Ministero della Difesa.

Le tipologie di minacce

Quali sono i pericoli in cui possono ncorrere le imprese? “Ci sono due classi principali di attacchi cui un’azienda può essere sottoposta – spiega Mugnato – quelli più comuni sono quelli randomici, totalmente casuali, che provengono dalla navigazione su internet e dal phishing: si tratta in questo caso di attacchi non targettizzati. Poi ci sono quelli mirati, creati appositamente dagli hacker per colpire direttamente un’organizzazione oppure per ottenere uno specifico vantaggio dall’azienda colpita”. Minacce sempre più complesse richiedono soluzioni più elaborate. Per le imprese italiane, ormai orientate alla transizione digitale, diventa dunque fondamentale il ricorso agli esperti del settore. Anche perché, come si dice, prevenire è sempre meglio che curare.

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