La startup, acronimo di Touch and Contact, si pone l'obiettivo di semplificare e digitalizzare i processi aziendali
È esistita un’epoca nella quale i professionisti celebravano un rituale quando si incontravano: scambiavano pezzetti cerimoniali di carta, noti come “biglietti da visita”, che poi venivano conservati in appositi schedari. TAC è una startup che prova a semplificare e digitalizzare questo e altri processi aziendali.
Software intelligente
L’acronimo TAC si scioglie in “Touch and Contact” e l’ambizione è quella di reinventare i biglietti da visita, aggiornandoli in tempo reale e collegandoli a un network ottimizzato di condivisione documenti che può essere usato anche per organizzare riunioni. “Siamo stati capaci di rendere il nostro software intelligente – spiega il Ceo e cofounder Roberto Sfoglietta – al punto da capire qual è il nome, quale il cognome, l’e-mail, il numero di telefono e tutte le informazioni che sono presenti all’interno del biglietto di visita, per poi creare delle categorie, identificare quali sono i profili e inviare direttamente via e-mail il nostro biglietto TAC all’interlocutore che usa ancora il biglietto da visita cartaceo”. Una specie di scansione.
La pandemia come boost
L’infrastruttura, insomma, dialoga anche con il passato analogico. Da questo punto di vista, la pandemia ha accelerato la transizione, come spiega la chief marketing officer della startup Domitilla Ranaldi: “La situazione di emergenza, oltre ad aver portato molte note negative, ha avuto anche alcune ricadute positive, che sono state un boost per la digitalizzazione dei processi aziendali”. Di necessità virtù.
Dall’applicazione alla versione web, l’organigramma viene ricostruito con un corredo di foto, informazioni personali e link ai profili social. Per le aziende, si snellisce la gestione. Per gli utenti, diventa immediato scambiarsi i contatti o convocare subito stanze virtuali. Basta connettere gli smartphone: il tempo di una stretta di mano virtuale. L’obiettivo è essere più di un social network interno o parallelo, ma integrare quelle dinamiche con un vero e proprio strumento di lavoro.
Digitale è più green
Tutto questo punta anche a ridurre l’impatto ambientale. ”I professionisti avranno la possibilità di condividere documenti e profili senza l’ausilio della carta – sottolinea il business developer Matteo Saltarello –, così si può evitare tutto quello che deriva dallo stampaggio, quindi ridurre lo spreco di carta, il disboscamento e l’utilizzo di materiali inquinanti come l’inchiostro”. Secondo dati Istat al 2020, la maggioranza (l’82%) delle imprese con almeno dieci addetti non impiega più di 6 delle 12 tecnologie presenti nell’indicatore europeo di digitalizzazione (il Digital Economy and Society Index, o DESI). La soluzione di TAC, tra le altre cose, vorrebbe aiutare a recuperare questo ritardo.