Bitcoin, il crollo del valore spinge molte aziende ai licenziamenti
TecnologiaSecondo quanto riporta il Wall Street Journal, le compagnie del settore starebbero tagliando parte del personale in risposta al calo del valore della criptovaluta
Il periodo d’oro del Bitcoin è ormai passato e il forte crollo in atto da qualche mese a questa parte sta costringendo diverse aziende del settore a mettersi ai ripari, licenziando parte del personale. Il valore del Bitcoin è sceso dell’80% rispetto al picco raggiunto alla fine del 2017, un calo che ha riguardato più in generale tutto il settore delle criptovalute che è ora in crisi. Il momento buio è stato descritto in un articolo del Wall Street Journal, che sottolinea proprio come siano i lavoratori a fare le spese di questa situazione.
Bitcoin crollato in meno di un anno
Tagli alla forza lavoro per rimediare a una crisi che nemmeno un anno fa sembrava totalmente inaspettata. Nel dicembre 2017, infatti, il Bitcoin raggiungeva un valore che sfiorava circa 20.000 dollari, chiamando così sempre più persone a investire nel settore. Secondo gli esperti, i minori volumi di scambio registrati nei mesi successivi avrebbero poi portato a una conseguente perdita di valore della criptovaluta, a causa della perdita di interesse da parte degli speculatori. Da qui, in pochi mesi, un crollo pari a circa l’80% della moneta digitale, scesa di recente sotto i 4.000 euro.
Wsj: aziende costrette ai licenziamenti
La depressione repentina ha portato l’intero mercato delle criptovalute a toccare i 111 miliardi di dollari, l’87% in meno rispetto agli 827 miliardi fatti registrare nel 2017. Un campanello d’allarme per investitori e aziende, costrette a chiudere o, secondo quanto riporta il Wall Street Journal, a licenziare i propri lavoratori. È il caso ad esempio di ConsenSys, una delle principali aziende del settore che ha tagliato il 13% del personale, o di Steemit, compagnia attiva nel campo del blockchain che la scorsa settimana ha lasciato a casa il 70% dei propri dipendenti.