Facebook espande le proprie funzionalità di fact checking

Tecnologia
Foto di archivio (Getty Images)
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Dopo aver stretto il controllo sulle notizie false, il social media introduce un modello basato sull’apprendimento automatico in grado di verificare la veridicità di video e immagini 

Prosegue la lotta di Facebook contro la disinformazione e le fake news. Per controllare la veridicità di foto e video, il social media sta espandendo il proprio programma di fact-checking, al momento disponibile in 17 paesi. In Italia, l’azienda di Mark Zuckerberg ha stretto una partnership con Pagella Politica per rendere il controllo dei contenuti condivisi sulla piattaforma ancora più stringente e accurato.
"Negli ultimi due anni abbiamo fatto della lotta alla disinformazione una priorità”, dichiara Antonia Woodford, Product Manager di Facebook.
“Ad oggi, la maggior parte del controllo si è concentrato sulla revisione degli articoli, ma abbiamo anche lavorato attivamente per costruire nuove tecnologie e partnership in modo da poter affrontare altre forme di disinformazione", aggiunge.

Un fact-checking più accurato

Basandosi sull’apprendimento automatico, Facebook ha ideato un modello che, utilizzando vari parametri, è in grado di distinguere i contenuti falsi da quelli veri, incluso il feedback degli utenti. Una simile funzione era già stata implementata per controllare la veridicità delle notizie.
"Molti dei nostri partner di fact-checking hanno esperienza nella valutazione di foto e video e hanno una formazione in tecniche di verifica visiva, come la ricerca di immagini inversa e l'analisi di metadati”, spiega Antonia Woodford.
“I controllori sono in grado di valutare l'autenticità o meno di una foto o di un video combinando queste abilità con altre pratiche giornalistiche, come l'utilizzo di ricerche di esperti o agenzie governative", conclude la Product Manager.

Un impegno a lungo termine

Trionfare in una battaglia non significa automaticamente vincere la guerra e Facebook ne è consapevole. "Sappiamo che combattere le notizie false è un impegno a lungo termine”, afferma Woodford.
“Mentre prendiamo provvedimenti nel breve periodo, stiamo anche continuando a investire in più tecnologie e partnership in modo da poter anticipare nuovi tipi di disinformazione", conclude.
Era da un po’ di tempo che i partner del social media richiedevano a gran voce degli strumenti efficaci per l’analisi dei contenuti visivi. In un’intervista effettuata a fine agosto dal sito Gizmodo, alcune aziende che forniscono servizi di fact checking avevano dichiarato di ritenere inefficaci gli strumenti usati fino a quel momento da Facebook per contrastare la disinformazione. 

Un percorso non sempre lineare

Quella alle notizie bufala e alla disinformazione è una lotta che Facebook ha iniziato da diverso tempo, senza però riuscire sempre a ottenere il risultato sperato. Recentemente, per esempio, il popolare social network è stato 'accusato' dal Washington Post di voler 'schedare' i propri utenti, inserendo un criterio universale di valutazione per calcolarne l'affidabilità. La piattaforma di Mark Zuckerberg, secondo il quotidiano, avrebbe elaborato e starebbe utilizzando un sistema di rating, simile a quello universalmente applicato per valutare ristoranti o alberghi. Facebook è, però, subito corsa ai ripari, sostenendo come il Washington Post avesse in realtà male interpretato le parole di Tessa Lyons, la ventinovenne Product Manager del social network. Di fatto, secondo la multinazionale non ci sarebbe nessun sistema che divida gli utenti fra credibili e meno credibili.
Nessuna vera novità, quindi, nella lotta alle fake news: il tutto continua a essere affidato all’intelligenza artificiale, che scova quei contenuti probabilmente fasulli e poi li lascia all'analisi dei 'fact-checkers'.

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