Startupper, investitori e algoritmi: Copenaghen capitale del nuovo tech

Siamo volati a Copenaghen per capire come la Danimarca, questo piccolo paese nordico con meno abitanti della Lombardia, sia riuscita a costruire uno degli ecosistemi per le startup tecnologiche più dinamici e in rapida crescita d’Europa. Lo abbiamo fatto in occasione del lancio del TechBBQ, un appuntamento nato come una semplice grigliata tra amici, cresciuto fino a diventare uno dei raduni tech più famosi nel settore, grazie anche all'ascesa del Paese nordico tra le mete più gettonate dove fare innovazione. Da meta di viaggio a destinazione internazionale per le startup La capitale danese è il miglior posto dove vivere al mondo per la qualità della vita. In questo 2025, Copenaghen ha conquistato infatti la prima posizione nel Global Liveability Index 2025 dell'Economist Intelligence Unit che misura 173 città del mondo. Un riconoscimento che si basa su punteggi perfetti in aree come la stabilità, l'istruzione e le infrastrutture, in un contesto globale caratterizzato invece da crescente instabilità. Ma dietro questo risultato c’è di più: l'alta vivibilità di Copenaghen si rivela un fattore strategico che attrae non solo persone, ma anche business, consolidando la sua reputazione come destinazione ideale per fare innovazione. Sam Eshrati, COO e Chief Engagement Officer del TechBBQ, ci spiega che "la Danimarca è un piccolo paese, ma il settore delle startup è in crescita: nel ranking globale siamo passati dal 22° posto nel 2020 al 18° dell'anno scorso". Ne è prova lo stesso TechBBQ, che noi avevamo già raccontato anni fa. "Era un evento locale, ma oggi è molto internazionale, porta qui tra gli 8.000-10.000 partecipanti, circa 2.000 startup e 1.300 investitori, l'anno scorso". Dopo la Brexit pare che siano stati in molti, soprattutto tra coloro che lavorano nel settore tecnologico, a scegliere Copenaghen, al posto di Londra. Così un evento che è sempre stato prettamente nordico, negli ultimi anni ha assunto una dimensione più globale, e oggi può vantare sinergie con altri paesi del mondo, il Giappone ad esempio, l'Hokkaido nel nord giapponese ha da tempo in corso una partnership con il TechBBQ, ma anche l'Italia dove sono in corso da anni eventi e scambi bilaterali. Qui in Danimarca del resto c’è anche un pezzo d’Italia che contribuisce ogni giorno alla crescita dell’ecosistema tech danese, ci segnala l'ambasciatrice italiana Stefania Rosini. Giovani ricercatori, scienziati, imprenditori e investitori che si integrano bene soprattutto nelle università e nelle imprese tecnologiche e trovano qui opportunità, visione e riconoscimento. Su una popolazione di 6 milioni di abitanti, sono circa 20 mila i nostri connazionali, gli italiani che vivono qui. Tecnologie per fare la differenza nel mondo Uno dei settori trainanti è quello del Tech for Good, la tecnologia per fare del bene, grazie alla cultura ambientale danese. Qui sono nate startup famose anche in Italia come Too Good To Go, contro lo spreco alimentare. Noi siamo andati in visita al loro quartier generale dove abbiamo incontrato la CEO Mette Lykke: "Copenaghen è una città piccola, ben connessa, piena di talenti e assumere un ingegnere costa la metà che a San Francisco o Austin negli Stati Uniti. Inoltre, è favorita da un sistema sociale avanzato con congedi parentali equamente divisi e grande attenzione alla famiglia e alla qualità della vita", ci spiega. Too Good To Go, una app nata a Copenaghen nel 2015 da un gruppo di ragazzi che volevano ridurre gli sprechi di cibo nei ristoranti a buffet in Danimarca, è oggi attiva in 19 Paesi del mondo, con 120 milioni di utenti. "Il 40% del cibo prodotto viene sprecato, non arriva mai ad essere consumato. È una cifra enorme, che contribuisce al 10% delle emissioni globali" ci dice la Lykke. L'app è lo strumento principale che hanno creato per ridurre questo spreco, ma ne hanno anche altri. Too Good To Go permette di acquistare una "borsa a sorpresa" con del cibo avanzato nei negozi o nei supermercati, a prezzi scontati, aiutando utenti e negozianti locali a salvare cibo ancora buono. "Quando apri la nostra app, puoi vedere la mappa dei negozi disponibili. Ad esempio qui siamo geolocalizzati a Milano e ci sono tanti punti vendita - ci mostra la Lykke -. Clicchi su un negozio e vedi gli orari per il ritiro del cibo , e che tipo di cibo potresti trovare. Non sai esattamente cosa ci sarà , ma sai che qui riceverai almeno 15 euro di valore in cibo, pagando appena 4,99 euro". E il fascino della sorpresa, di scoprire all'ultimo cosa troverai, sembra aiutare perché "è un ottimo affare, e in più contribuisci a salvare del cibo buono", chiosa la Lykke, mostrandoci soddisfatta che anche le piccole città di provincia in Italia hanno cominciato ad usare l'App. In Italia Too Good To Go è attiva dal 2019 e conta 26.000 partner e oltre 11 milioni di utenti registrati, e ha contribuito a salvare dallo spreco 27 milioni di pasti. In Danimarca non c'è un negozio nel raggio di 30 minuti che non offra questa seconda opportunità al cibo avanzato. Investitori impegnati a far crescere startup La Danimarca è anche uno dei pochi ecosistemi europei in cui gli investimenti dei Venture Capital sono aumentati, nonostante la difficile situazione economica. Qui è possibile prendersi un caffè con una persona che magari ha contribuito a costruire un Unicorno e che ti dà consigli su come muoverti nell'ecosistema danese, perché a Copenaghen le persone sono "generose" col loro tempo. Ce lo racconta Nima Sophia Tisdall incontrata negli uffici in pieno centro a Copenaghen dove fervono i preparativi del prossimo TechBBQ, e di cui lei è ospite fissa dell'appuntamento. "Il TechBBQ è fantastico perché riunisce tutto l'ecosistema danese insieme: è l’occasione per rivedere persone, scoprire nuove startup e rafforzare i legami. Qui a Copenaghen ci si aiuta molto. Gli investitori e i founder di imprese più esperti sono disponibili a incontrare chi è agli inizi". La Tisdall, una giovane donna figlia di immigrati nepalesi, è un ex startupper diventata CEO di Nordic Makers, un gruppo di imprenditori tech che reinveste nell’ecosistema nordico, in Danimarca e in Finlandia, soprattutto su startup di software per imprese, ma anche in climate tech e in progetti a impatto sociale. "Le famiglie danesi tengono davvero a fare la differenza nel mondo - ci dice - e qui ci sono molti progetti legati alla sostenibilità e alla transizione verde". La Tisdall ha anche avviato un progetto editoriale per raccontare il lato nascosto dell'innovazione danese, un libro basato su decine e decine di interviste a founder locali, focalizzato su ansia, perfezionismo e pressione da successo. "In Danimarca il fallimento è ancora uno stigma. In Silicon Valley è considerato esperienza. Dobbiamo cambiare questo paradigma", dice. La sovranità digitale danese spinta dal supercomputer AI di Nvidia Un altro aspetto distintivo dell’approccio danese è la sovranità digitale. Diverse amministrazioni, tra cui le due città più grandi, Copenaghen e Aarhus, stanno sostituendo software come Microsoft con soluzioni open-source, come Linux e LibreOffice, per ridurre la dipendenza dalle big tech americane, contenere i costi e proteggere i dati. A supportare questa visione c'è anche una nuova infrastruttura: Gefion, il suo primo supercomputer AI, recentemente inaugurato, basato su 1.528 GPU Nvidia H100. Jensen Huang, CEO di Nvidia, che noi avevamo incontrato a Taiwan lo ha definito una nuova infrastruttura a metà tra intelligenza artificiale e ricerca, che alimenterà ambiti come medicina, energia verde e quantum-computing. Alcuni dei primi progetti già operativi coinvolgono la mappatura predittiva dei consumi energetici e l’ottimizzazione delle terapie mediche. Insomma, la Danimarca è un ecosistema accogliente, qui c'è un termine per definirlo: Hygge; e con un sistema che sostiene le famiglie. Tuttavia resta un paese molto costoso dove vivere. C'è però un ambiente internazionale. "Il nostro team tech conta oltre 40 nazionalità - ci dice la CEO di Too Good To Go, Mette Lykke -. La Danimarca è un paese piccolo, in Germania o in Italia il mercato nazionale è piuttosto grande e si può fare molta strada concentrandosi su quello. Non è così in Danimarca. È una debolezza che abbiamo trasformato in un punto di forza: sappiamo che dobbiamo pensare globale fin dal primo giorno. L'inglese è la lingua di default. E questo favorisce la scalabilità”. Il TechBBQ di agosto, da grigliata a summit tech europeo Questo ecosistema nordico si potrà vedere più da vicino a Copenaghen questo 27 e 28 agosto al TechBBQ, l'evento che dal 2013 riunisce ogni anno imprenditori tech, startup e gli investitori del nord Europa. Built to Matter è il tema dell'edizione 2025, ma anche la promessa implicita dell’ecosistema danese: costruire tecnologia che serva davvero. In un mondo che corre, Copenaghen prova a chiedersi: stiamo costruendo qualcosa che migliora la società? Sam Eshrati, COO e Chief Engagement Officer dell'evento lo definisce un Festival più che una tech-conference, perché le "persone si conoscono in fila per un arrosticino o il caffè, è fatto di connessioni spontanee che fanno nascere idee". Forte focus verrà posto questo anno sulle attività con gli investitori locali ma anche internazionali, business angel, family office e limited partner, cioè investitori che forniscono supporto economico ai venture capital. Prove di inclusione per una migliore collaborazione TechBBQ è un appuntamento dove si prova anche a costruire un modello tecnologico che unisce impatto e inclusione. L'inclusività è uno dei principi ispiratori del TechBBQ, sottolinea Eshrati, che da anni si occupa di queste tematiche. "Negli ultimi tre anni il 53% degli speaker sul palco è stato donna. E abbiamo cercato di rappresentare team LGBTQ+, founder non-binary, voci solitamente marginalizzate. Il team di TechBBQ lavora tutto l’anno per costruire relazioni, partnership e contenuti in questo senso". Il team stesso dell’organizzazione è composto per il 70% da donne e minoranze, e lavora in un ambiente con orari flessibili, settimane corte e cultura del feedback continuo. Ma non tutto funziona. Tisdall segnala ancora uno squilibrio: solo l'1% dei fondi Venture Capital va a startup fondate da donne, nonostante rappresentino il 27% delle founder. "Dobbiamo fare meglio. Non è solo una questione di giustizia, ma anche di efficienza: diversità significa innovazione". Tra alti costi di vita e un futuro hi-tech La Danimarca, che da questo luglio ha assunto la presidenza del Consiglio Europeo, sta giocando un ruolo sempre più strategico anche sul piano politico. Gli alti costi di vita e il sistema di tassazione danese rappresentano una sfida, ma il Paese continua a investire in stabilità e innovazione a impatto. Copenaghen non è solo la capitale della Danimarca: è un nuovo punto di incontro per il futuro tecnologico dell’Europa.

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