I neonati "parlano" più lingue quando piangono, si lavora a un'app per tradurle

Tecnologia

Un gruppo di ricerca dell'Istituto Superiore di Sanità e dell'Università di Pisa ha sviluppato un'intelligenza artificiale in grado di comprendere quale sia l'esigenza più probabile espressa dai piccoli attraverso il pianto, in modo da aiutare i caregiver

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Procede la ricerca volta alla comprensione del "bambinese". Un gruppo di scienziati dell'Istituto Superiore di Sanità, del Centro Nina per la formazione neonatale dell'Università di Pisa e dell’Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione del Consiglio nazionale delle ricerche, ha infatti sviluppato un sistema di intelligenza artificiale in grado di comprendere il messaggio espresso dai neonati attraverso il pianto, descrivendo i primi risultati in un articolo sulla rivista Neural computing & application.

È già stato dimostrato scientificamente come i bambini appena nati piangono in modo diverso a seconda dell'idioma della loro famiglia, comunicando in questo modo esigenze e disagi. Solitamente i bisogni più impellenti vengono compresi con facilità dai caregiver, ma quella del pianto neonatale è una vera e propria lingua, ancora piuttosto sconosciuta nella sua complessità. 

Lo strumento dell'AI

In questo senso un alleato importante per gli scienziati è rappresentato dai sistemi di intelligenza artificiale, che non a caso è già utilizzata dai pediatri nella diagnosi di malattie e patologie. Il gruppo di ricerca guidato da Armando Cuttaro, Serena Bardelli e Gianpaolo Coro ha così deciso di sfruttarla per comprendere il più possibile quello che esprimono i neonati piangendo. 

Nello studio gli esperti hanno registrato il pianto di circa venti bambini italiani, analizzando i dati raccolti e i livelli di stress che i pianti raggiungevano. Tali file audio sono stati utilizzati come registrazioni di addestramento per l'intelligenza artificiale, che ha cominciato ad indicare le esigenze più probabili espresse da ciascun neonato attraverso il proprio pianto. 

Lo strumento, che gli scienziati puntano a trasformare in un'applicazione, potrebbe costituire un importantissimo strumento nelle mani di genitori e caregiver per soddisfare al meglio le esigenze dei neonati. Tra i prossimi obiettivi del gruppo di ricerca c'è sicuramente quello di compiere la stessa operazione anche con i pianti di neonati stranieri, dato che, come detto, il "bambinese" cambia in base alla lingua. 

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