Un’azienda italo-inglese lancia l'analista virtuale contro le fake news

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Automatizzerà il 75% il lavoro umano, senza però sostituirlo. Parliamo di Artificial Intelligence Analyst di Deephound, una tech company fondata nel 2018 da tre ragazzi romani

Il suo nome è Artificial Intelligence Analyst e si tratta di un'analista virtuale, che sfrutta per l’appunto l'intelligenza artificiale con l’obiettivo di contrastare le fake news e la disinformazione. Lo ha messo a punto Deephound, una tech company italo-inglese fondata nel 2018 da tre ragazzi romani e aiuterà i lavoratori a farsi largo nella “giungla” di fonti e informazioni che ogni giorno vengono pubblicate. Un altro degli obiettivi dell’Artificial Intelligence Analyst è quello di scongiurare il rischio di frodi quando si compiono operazioni finanziarie, velocizzando la fase di analisi.

Non sostituisce il lavoro dell’uomo

L'analista artificiale sarà in grado di automatizzare al 75% il lavoro umano sulle fake news, senza sostituirsi a quest'ultimo ma riuscendo a minimizzare la mole di dati da analizzare, lasciando all'analista in carne e ossa la fase di controllo e verifica delle informazioni e dei risultati, assicura Deephound, che sottolinea l'utilità dello strumento nei casi di operazioni finanziarie, di equity crowdfunding e manovre finanziarie online, aumentate nel periodo di lockdown. La piattaforma unirà l'Open Source Intelligence, cioè la capacità di analizzare fonti e verificare informazioni a partire dalle risorse disponibili al pubblico con quelle del Deep Insight, le procedure intuitive proprie delle scelte umane, in modo tale da offrire gli strumenti e le tecnologie per svolgere in autonomia tutte le attività dell'analista di intelligence.

 

Mercato ancora acerbo

Su internet circolano miliardi di informazioni e contenuti provenienti da varie fonti: la capacità di valutare l'affidabilità di queste ultime, di ciò che veicolano e quindi individuare i relativi autori è una delle principali attività dell'analista di intelligence. "Deephound nasce come laboratorio di analisi sulle fake news - spiega Rosbeh Zakikhani, uno dei tre fondatori, ripreso dall’Ansa - ma ben presto ci siamo accorti che il mercato non era ancora pronto per considerare il fact-checking come servizio e ad acquistarlo in quanto tale. “Quindi abbiamo deciso di spostarci sulla business intelligence" conclude Zakikhani.

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