Sotto al logo è presente un link a una pagina di Google Arts & Culture dedicata all’analisi di “Autoritratto come allegoria della pittura”, una delle opere più note dell’artista
Google ha scelto di dedicare il suo ultimo doodle ad Artemisia Gentileschi, una delle più celebri pittrici italiane. Nata a Roma l’8 luglio del 1593, esattamente 427 anni fa, questa artista è passata alla storia non solo per le sue opere, influenzate dallo stile di Caravaggio e lontane dai temi comunemente affrontati dalle donne in quel periodo (perlopiù nature morte, paesaggi e ritratti), ma anche per la sua vita. Nel corso della sua carriera, Gentileschi riuscì a raggiungere il successo in un settore che all’epoca era ancora tipicamente maschile, sfidando molte convenzioni e preconcetti ben radicati nella cultura seicentesca.
Giuditta che decapita Oloferne
Secondo alcuni studiosi, uno dei dipinti più noti di Artemisia Gentileschi, “Giuditta che decapita Oloferne”, sarebbe legato a uno dei momenti peggiori della vita della pittrice. Nel 1611, infatti, la donna fu stuprata da Agostino Tassi, il suo maestro di prospettiva. All’epoca, molti casi simili terminavano con un “matrimonio riparatore”, ma Gentileschi trovò il coraggio di denunciare la violenza subita. Per dimostrare la veridicità delle sue parole, le autorità giudiziarie la sottoposero a degli interrogatori sotto tortura, arrivando persino a fasciarle le dita delle mani con delle funi fino a farle sanguinare. Al termine di un processo pubblico, Tassi venne condannato a cinque anni di reclusione. Ciononostante, la reputazione della pittrice e il suo equilibrio psicofisico furono minati per sempre.
Autoritratto come allegoria della pittura
Un’altra celebre opera di Artemisia Gentileschi, su cui si basa il doodle di oggi, è “Autoritratto come allegoria della pittura”, realizzato dalla pittrice nel periodo trascorso a Londra (tra il 1638 e il 1641 circa). Per scoprire i segreti di questo dipinto è sufficiente cliccare sul link “Dai un’occhiata alla vita di Artemisia Gentileschi”, presente sotto al logo, che rimanda a una pagina di Google Arts & Culture in cui il quadro viene analizzato nel dettaglio. L’analisi non si limita a fornire informazioni sulla natura dell’opera, ma approfondisce anche la visione dell’arte di Gentileschi.