Terremoti, l’Intelligenza artificiale per provare a identificarli

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Foto di archivio (Getty Images)
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I ricercatori dell’Harvard University hanno utilizzato un database, contenente le informazioni di oltre 100.000 sismi, tra cui quello del 2011 in Giappone, per addestrare una rete neurale artificiale nel loro riconoscimento 

I terremoti sono degli eventi naturali e imprevedibili causati, per la maggior parte dei casi, dallo scontro di blocchi di crosta terrestre, detti placche tettoniche. Le zolle, con il loro movimento, provocano un accumulo di energia elastica nelle rocce, che spesso e volentieri si sprigiona in una massiccia spaccatura e in una serie di onde sismiche, che si propagano fino alla superficie. Le fratture della crosta terrestre vengono denominate faglie e i terremoti si originano proprio in loro prossimità. Le scosse di assestamento, che si verificano dopo un sisma, sono una risposta ai cambiamenti di stress generati da quest’ultimo. Nonostante la loro entità e il loro sviluppo siano descritti da alcune specifiche leggi empiriche, prevederne e spiegarne la distribuzione spaziale risulta ancora un’impresa ardua.
Il metodo impiegato attualmente per cercare di predire il loro andamento consiste nell’effettuare una serie di calcoli che derivano dall’analisi dei dati di uno specifico terremoto principale.

L'importanza del machine learning

Un team di scienziati dell’Harvard University ha recentemente individuato un nuovo sistema di monitoraggio che potrebbe portare sostanziali cambiamenti nelle modalità di studio e previsione delle scosse sismiche. I ricercatori hanno utilizzato un database, contenente le informazioni di oltre 100.000 terremoti, tra cui quello del 2011 in Giappone, per addestrare una rete neurale artificiale nel loro riconoscimento. Successivamente, è stata testata la capacità dell’Intelligenza artificiale nell’individuare gli sviluppi di alcune calamità, non ancora inserite nel suo sistema di informazioni.

I possibili sviluppi futuri

La dottoressa Elizabeth Cochran, una sismologa degli Stati Uniti Geological Survey (USGS), non direttamente coinvolta nello studio, ha descritto questa innovativa ricerca come un primo passo verso la creazione di nuovo metodo di previsione ed elaborazione delle informazioni raccolte dai sismi. Secondo la specialista, questo approccio, però, non sarebbe ancora del tutto funzionale a una possibile integrazione con gli attuali strumenti impiegati per provare a prevenirli, quali, per esempio, il sistema di allarme rapido ShakeAlert della West Coast degli Stati Uniti.

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