Twitter, un nuovo alleato per studiare gli incendi

Tecnologia
Foto di archivio (ANSA)

Le ricercatrici della US Forest Service, Sonya Sachdeva e Sarah McCaffrey, hanno scoperto che i tweet sugli incendi possono essere di fondamentale importanza per ricreare le modalità di sviluppo e quelle di diffusione del fuoco 

Nelle stagioni in cui si registra il maggior numero di incendi, Twitter si riempie di segnalazioni da parte dei suoi utenti. In un recente studio, le ricercatrici della US Forest Service, Sonya Sachdeva e Sarah McCaffrey, hanno scoperto che i cinguettii sugli incendi possono essere di fondamentale importanza per ricreare le modalità di sviluppo e quelle di diffusione del fuoco. Per realizzare la loro ricerca, pubblicata dalla Conferenza internazionale sui social media e la società, le studiose hanno analizzato circa 39mila tweet pubblicati in California tra maggio e settembre 2015. Grazie ai dati emersi dall’analisi, che si è incentrata in modo particolare su alcune caratteristiche del fuoco, quali la presenza di fumo o di cenere caduca, l’odore e la nebulosità, le ricercatrici sono riuscite a realizzare una mappa completa degli incendi e del loro spostamento.

L’uso dei social media nello studio degli eventi ambientali

Lo studio dimostra che ciò che viene postato online potrebbe essere di fondamentale importanza per colmare le lacune che la metodologia tradizionale lascia dietro di sé. L’uso dei social media per studiare gli eventi ambientali è, infatti, una pratica ancora in crescita. Le informazioni derivanti dall'utilizzo dei social network potrebbero inoltre ricoprire un ruolo cruciale nel coadiuvare il soccorso in caso di calamità naturali. “Le reti sociali virtuali sono presenti ovunque ci siano delle persone; i monitor fisici, in quanto tali, non possono essere ugualmente efficaci”, il commento di Sonya Sachdeva, una delle due ricercatrici dello studio.
Il progetto delle studiose si è incentrato sull’analisi degli incendi della stagione 2015, focalizzandosi in modo particolare su quelli di Rough e di Butte. Durante quell’estate in California sono bruciati più di 900.000 acri di terreno. I molteplici tweet degli utenti del sito di microblogging, oggetto della ricerca, hanno dunque delineato accuratamente l’impatto dell’inquinamento atmosferico derivante da quegli incendi, ottenendo dati similari a quelli ricavati da misurazioni effettuate con strumenti di analisi professionali.

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