Chat online, tutte le alternative sicure a WhatsApp

Tecnologia
La cornetta bianca su sfondo viola è l'icona di Viber (Getty Images)
GettyImages-social

L'app di proprietà di Facebook è la più diffusa. Ma le alternative non mancano, dalla storica rivale Telegram fino a Viber e Signal (più concentrata sulla privacy), Hangouts, Messenger e Snapchat

WhatsApp ha 1,5 miliardi di utenti attivi ogni mese. Ed è l'applicazione di messaggistica più diffusa al mondo. Di tanto in tanto, torna in voga il tema delle possibili alternative. Soprattutto quando l'app si blocca (è successo lo scorso Capodanno e il 3 maggio) oppure quanto si discute delle modalità con cui Facebook (proprietario di WhatsApp) intende guadagnare dall'enorme platea degli utenti. Ecco allora quali sono le altre applicazioni che possono svolgere funzioni simili.

Telegram

Telegram è l'alternativa più nota, forse perché in apparenza è la più simile. Il suo successo di pubblico, però, è molto inferiore: gli utenti mensili sono 200 milioni. Di sicuro, però, Telegram ha indicato due strade, spingendo anche Whatsapp a migliorare. L'app fondata dai fratelli russi Pavel e Nikolai Durov ha posto l'accento sulla privacy e sulle conversazioni di gruppo. WahtsApp ha reagito introducendo la crittografia ent-to-end (che rende la conversazione accessibile solo a chi vi partecipa) e ha reso i gruppi sempre più complessi (dando maggiori poteri agli amministratori, rendendo più semplice seguire la conversazione, fino alle recenti videochiamate di gruppo). Il software di Telegram è libero e, al momento, non ci sono progetti che puntino a guadagnare sfruttando i dati degli utenti. In più l'app ha sviluppato un vero e proprio ecosistema di bot, cioè di chat con cui si ricevono informazioni da software.

Viber

Per stile, semplice e intuitivo, e persino per l'icona (una cornetta bianca su sfondo viola) Viber è forse l'alternativa più simile a WhatsApp. Le funzioni sono davvero molto vicine (chat, anche di gruppo, chiamate vocali e video). Gli utenti sono circa un miliardo. E alle spalle dell'app c'è Rakuten, potente gruppo giapponese che opera nel settore media e nell'e-commerce. Un ecosistema che la società (anche tramite Viber) intende collegare grazie a una propria moneta: la cryptovaluta Rakuten Coin, che sarà sperimentata nei prossimi mesi in Russia.

Signal

Crittografia end-to-end, codice aperto e, al momento, nessuna fonte di fatturato. Signal ha caratteristiche simili a Telegram. Anche se si è creata fama di essere applicazione più sicura. Signal infatti non solo non "guarda" nella chat ma non sfrutta neppure i "metadati". Cioè quelle informazioni (con chi sono in contatto, a che ora, da dove) che è possibile intercettare anche senza leggere ciò che gli utenti scrivono. Signal non conserva dati sui server e non ha un registro dei suoi utenti. Questo rende l'app non sfruttabile dal punto di vista commerciale. Ma anche più discreta. Tanto da ricevere, nel 2015, il plauso di Edward Snowden, l'uomo che ha svelato la sorveglianza di massa della National Security Agency. "La uso tutti i giorni", disse. Al contrario di Telegram e Whatsapp.

Messenger

Messenger è il "fratello" di WhatsApp: entrambi appartengono alla famiglia Facebook. Ed entrambi crescono: Messenger ha oggi 1,2 miliardi di utenti nel mondo. Attinge alla sterminata platea del social network ideato da Mark Zuckerberg, del quale è la chat di riferimento. Ma non è solo quello. Messenger si è infatti imposto come un servizio sempre più ricco, utile non solo agli utenti ma anche alle aziende. Su Messenger oggi si può scrivere, chiamare e videochiamare. E si può anche giocare sfidando i propri contatti.

Snapchat

È noto per i suoi contenuti a scomparsa e per essersi imposto come social network. Ma Snapchat è, forse soprattutto, una piattaforma per scambiarsi messaggi (che poi scompaiono). La crescita e la popolarità dei primi anni avevano perfino fatto azzardare la nascita di un nuovo Facebook. Attese deluse, nonostante un approdo in borsa (nel 2017) da 25 miliardi di dollari: Snapchat ha 191 milioni di utenti attivi ogni giorno, ma non cresce ai ritmi sperati. In ogni caso l'app resta ancora molto popolare tra i più giovani, soprattutto negli Stati Uniti.

Google Hangouts

Hangouts è l'app ufficiale di Google per Android. Per attivarla serve un account di Big G e non un numero di telefono. Oltre alla conversazioni singole, il punto di forza di Hangouts è forse la possibilità di chat di gruppo particolarmente ampie. Facendo parte di un ecosistema come quello di Google, l'app offre maggiori possibilità di integrazione rispetto a Whatsapp: si può accedere da smartphone e pc. E si può anche impostarla come app per inviare e ricevere gli sms.

Tecnologia: I più letti