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Dieci videogiochi anni '80 che hanno fatto la storia

Tecnologia
Pac-Man ha esordito nel 1980 (Getty Images)

Space Invaders, anche se uscito nel 1978, ha aperto l'era d'oro degli arcade "da bar" diventando un cult del decennio successivo. Poi sono arrivati Pac-Man, Donkey Kong e Super Mario Bros. Titoli che oggi tornano di moda

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Realtà virtuale, grafica realistica, software intelligenti. Il mondo dei videogiochi corre veloce. Spesso e volentieri, però, il settore si guarda indietro. Esiste infatti un pubblico di appassionati ancora affezionato ai "retrogames", cioè ai vecchi titoli. Ecco perché sull'onda lunga della nostalgia diverse console anni '80 - come il Nes - hanno fatto la loro ricomparsa sul mercato videoludico. E così, insieme alle vecchie piattaforme, tornano di moda anche gli arcade "da bar" e i titoli protagonisti dei primi set da gioco casalinghi. Ve li ricordate? Eccone 10 che hanno fatto la storia.

Space Invaders

La prima edizione (arcade) è del 1978. Ma questo gioco avrà enorme fortuna negli anni '80. Affianca i flipper nelle sale giochi e fa da apripista a decine di altri titoli. Schermata fissa, una navicella spaziale stilizzata che spara a degli extraterrestri invasori. Grafica a dir poco spartana, ricetta semplice eppure senza tempo.

Pac-Man

Poche presentazioni: è uno dei giochi più famosi della storia. Sviluppata nel 1980 da Namco, la faccina gialla che sfugge ai fantasmi per catturare puntini, ancor prima che un gioco è diventato un'icona pop. Nel 1981 sarebbe arrivata anche la versione femminile: Ms. Pac-Man. Principio identico, ma lievi ritocchi di forma: un fiocco in testa e rossetto.

Donkey Kong

Altro titolo longevo, sviluppato da Nintendo nel 1981. Il gioco segna un'epoca perché vi compaiono per la prima volta due personaggi destinati a cambiare la storia del settore: oltre a Donkey Kong, che veste i panni del 'cattivo', c'è "Jumpman", un idraulico che diventerà una celebrità dopo essere stato ribattezzato Mario.

Mario Bros.

È il videogioco con cui Mario, nel 1983, lascia Donkey Kong e si mette in proprio. Nonché l'inizio di una serie che continua a sfornare titoli. Già da Mario Bros. ci sono molti degli elementi che trasformeranno un idraulico di origini italiane in un mito: maglia rossa e salopette blu, il fratello Luigi, i tubi verdi e le tartarughe da usare come armi.

Tetris

Non ci sono anni '80 senza Tetris. Il gioco "geometrico" nasce in Russia nel 1984: i pezzi, che scorrono lentamente verso il fondo possono essere ruotati o spinti verso il basso, hanno sette forme diverse ma sono tutti costituiti da quattro quadrati. L'obiettivo è non lasciare spazi bianchi negli incastri, quando si forma una linea continua i mattoncini spariscono.

Street Fighter

Due bottoni, un joystick e una gamma limitata di azioni disponibili. Su questi elementi si è fondato il successo di Street Fighter, picchiaduro nato nel 1987. Nella prima edizione, il giocatore poteva scegliere solo Ryu e Ken. Poi le opzioni si ampliano anche ai "cattivi" e ai personaggi spalla, da Honda a Chun-Li. Arriva così il successo planetario, evidente soprattutto da Street Fighter II in poi.

Bubble Bobble

Nasce in Giappone nel 1986 Bubble Bobble. Due piccoli draghi (Bub e Bob) devono superare i nemici muovendosi orizzontalmente, saltando e sputando bolle. Il titolo avrà grande successo ed è il capostipite di una serie che porterà al fortunato Puzzle Bubble (popolare anche su mobile), dove i draghi fanno esplodere bolle dello stesso colore.

Frogger

Semplice e basilare, ma comunque un grande successo. In Frogger l'utente è una rana con un solo obiettivo: attraversare la strada senza farsi investire dalle auto e saltare sui tronchi per non tuffarsi in acqua. Visualizzazione dall'alto e quattro comandi disponibili: avanti, indietro, destra, sinistra.

Duck Hunt

Prima dei caschi per la realtà virtuale, l'interazione tra giocatore e schermo passava per una pistola ottica. Schiacciavi il grilletto e il colpo arrivava sul display: una magia. Il gioco consisteva nel cacciare anatre alzate da un cane.

Prince of Persia

Salti, trabocchetti, porte, duelli, il tempo che scorre veloce. E la vita appesa ad un filo tra lame e spunzoni. Prince of Persia nasce nel 1989 e porta su diverse piattaforme (a partire da Apple) una naturalità di movimento inedita. Diventerà una fortunata serie e anche un film.

Il ritorno dei giochi vintage

I bambini che giocavano a Duck Hunt e Frogger sono cresciuti e con loro la nostalgia dei vecchi titoli. Tanto che, anche nella Milan Games Week, ci sarà una sezione dedicata ai retrogames e verrà proiettato un documentario sulla Atari (intitolato "Easy to Learn, Hard to Master. The Fate of Atari" e diretto da Davide E. Agosta e Tomaso Walliser). "È una tendenza sorprendentemente forte", afferma Paolo Chisari, presidente dell'Aesvi, l'associazione di editori e sviluppatori che organizza la Milan Games Week. "Ci sono software house che impiegano anni per rendere un videogioco il più realistico possibile. Poi esce il Nes e fa tutto esaurito. Non riesco a darmi una spiegazione. Forse è un modo di giocare più semplice adatto a un certo pubblico. C'è chi cerca storytelling, grafica estrema e complessità e chi invece vuole divertirsi per un paio d'ore in modo più tranquillo”. Anche Chisari ha i suoi retrogames, quelli a cui è più affezionato: "Ne cito due: 'Syndicate' e 'Star Wars: Rebel Assault'".