Mezzi senza pilota a "scuola" per capire le mosse degli automobilisti
TecnologiaUn team internazionale di ricercatori guidato dal professor Alberto Sangiovanni Vincentelli ha avviato un progetto che ha l’obiettivo di "prevedere l’imprevedibilità della mente umana" alla guida, permettendo così alle vetture-robot di evitare incidenti
A Singapore ha appena aperto una "scuola guida" per vetture senza pilota con l’obiettivo di "insegnare" a questi dispositivi a prevedere le mosse degli automobilisti evitando possibili incidenti. Il progetto è nato da un’intuizione di Alberto Sangiovanni Vincentelli, docente nell’Università della California a Berkeley. E vede la collaborazione di un team di ricercatori dell’ateneo statunitense e dell’Università tecnica di Monaco di Baviera, all’interno del programma governativo Create, che viene ospitato a Singapore. Scopo della ricerca, spiega Sangiovanni Vincentelli a Sky TG24, è "riuscire a simulare tramite un calcolatore il funzionamento del traffico, non nei casi in cui al volante di tutte le macchine ci sono degli uomini o in quello in cui sono presenti solo vetture a guida autonoma, ma in una situazione mista". E questo perché, sottolinea il pioniere della ricerca sui circuiti integrati, "abbiamo bisogno di capire come funziona questa fase di transizione per rendere le auto senza pilota più sicure".
Prevedere l’imprevedibilità – Negli ultimi tempi, secondo il docente italiano, il processo di sviluppo di questo tipo di vetture ha registrato una battuta di arresto dovuta ai primi incidenti, che in un caso hanno provocato anche la morte di un passeggero. Motivo per il quale è diventato necessario elevare gli standard di sicurezza. "Il punto è che queste vetture - spiega Sangiovanni Vincentelli - per ora sono capaci di reagire a stimoli precisi e ben codificati, ma non sanno cosa fare se si trovano davanti a un'auto guidata da una persona che fa improvvisamente una manovra inconsulta, come un salto di corsia". Per far fronte a questo problema il docente di Berkeley ha deciso di studiare un modello probabilistico che sia in grado di "prevedere l’imprevedibilità della mente umana" quando si trova alla guida. "Ognuno di noi – spiega Sangiovanni Vincentelli – quando sè al volante può essere influenzato da tutta una serie di fattori, come la sonnolenza o la rabbia, che possono portare ad assumere dei comportamenti illogici". Molto spesso, però, questi comportamenti possono essere anticipati da alcuni "indizi di pericolo" come brusche frenate o un andamento della vettura oscillante: "Il nostro obbiettivo - continua il docente - è permettere alle automobili a guida autonoma di riconoscere questi elementi riuscendo ad evitare un possibile incidente". Per riuscirci è stato messo insieme un team che vanta esperti di informatica, di elettronica e di ingegneria che vestiranno i panni degli istruttori per programmare il "pilota" che guiderà le auto-robot del futuro. "La nostra speranza è riuscire a raggiungere un livello di sicurezza sufficiente. Che non significa azzerare completamente il rischio di incidenti, ma permettere in un prossimo futuro una forma di mobilità mista".
Lo studio dei comportamenti degli automobilisti - Prima di passare alla fase operativa, però, i ricercatori studieranno il comportamento su strada degli automobilisti per comprendere come gli eventi aleatori e imprevedibili si distribuiscono. Una volta analizzati i dati, che provengono in gran parte dalle sperimentazioni avviate già 30 anni fa in California, partirà una fase di simulazione che durerà 18 mesi e avrà l’obiettivo di prevedere il maggior numero possibile di interazioni uomo-macchina su strada. Infine occorreranno altri tre anni per scrivere i nuovi algoritmi per poi passare a una sperimentazione su strada.
Una rivoluzione nel mondo dei trasporti – Secondo il ricercatore lo sviluppo di questa tecnologia comporterà una vera e propria rivoluzione che, da una parte, colpirà "ben 21 settori produttivi, dalle officine alle assicurazioni, dai motel per la sosta dei viaggiatori ai trasporti aerei su brevi tratte". E, dall’altra, stravolgerà il mondo dei trasporti. "Con l’avvento della guida autonoma – spiega Sangiovanni Vincentelli - si potrà arrivare al superamento della proprietà perché l’utente non sarà più interessato al possesso dell'automobile ma al servizio”. Inoltre con le auto senza guidatore, secondo il docente, l'uso dei mezzi pubblici andrà diminuendo con un necessario ripensamento anche dell’urbanistica delle città. Una rivoluzione che, considerando le tecnologie in campo, "potrebbe cominciare a diventare realtà già tra 5 anni".
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