“La bomba climatica sta ticchettando”, avverte il segretario generale delle Nazioni Unite. Ma c’è un documento che contiene le istruzioni per disinnescare questo ordigno a orologeria. Antonio Guterres la chiama “una guida alla sopravvivenza dell’umanità”. È l'ultimo rapporto dell’Ipcc, il braccio scientifico dell’Onu che si occupa di cambiamenti climatici (SCARICA IL DOCUMENTO).
I documenti che l'Ipcc pubblica periodicamente sono i punti di riferimento più autorevoli e completi sulla crisi climatica. Documenti approvati da tutti i Paesi del mondo e che diventano la bussola per i decisori politici. Partiamo da qui il viaggio di Beyond perché le parole di Guterres e i documenti scientifici ci ricordano ancora una volta e in maniera più urgente che mai la prima delle transizioni che dobbiamo affrontare.
Tre aspetti chiave del rapporto
“Abbiamo scoperto che c’è parecchio potenziale per ridurre la domanda di energia senza che influisca sul tenore di vita. Il secondo elemento che abbiamo scoperto è l’importanza dello sviluppo delle infrastrutture climaticamente resilienti. Il terzo elemento di questo importante rapporto, che lo rende, diverso dagli altri, è il riferimento al fatto che gli eventi estremi possono essere attribuiti direttamente al cambiamento climatico”.
La transizione di cui stiamo parlando è quella che ci porta anzitutto a dire addio il prima possibile alle fonti fossili, responsabili dei gas serra e quindi della crisi climatica. L’urgenza è dettata anche dalla necessità di renderci indipendenti da altri Paesi come è avvenuto per la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina che ha portato all’inizio della guerra. Gli strumenti che abbiamo a disposizione si chiamano energie rinnovabili.
A che punto siamo con la transizione
"Siamo sulla giusta rotta, ma la velocità e la scala di questa transizione non ci mette in linea con l’accordo di Parigi (cosa è e cosa prevede). Al 2030 dovremo avere 10mila gigawatt di rinnovabili nel mondo. Oggi ne abbiamo 3mila. Questo vuol dire che abbiamo 7 anni. Mille gigawatt per anno da installare. E il nostro record di installazione di rinnovabili è 295”
Le mosse di Stati Uniti, Europa e Cina
Tra obiettivi climatici e interessi strategici
Nell’estate del 2022 Joe Biden, dopo molte difficoltà e ostacoli, riesce a fare approvare l’Inflation Reduction Act. Una legge che nel nome rimanda all’inflazione ma che in realtà è la più importante legge sul clima mai fatta a Washington con centinaia di miliardi in incentivi fiscali per cittadini e imprese.
Cos'è l'Inflation Reduction Act?
Una legge voluta dal presidente americano Joe Biden con l’obiettivo di frenare l'inflazione e al contempo accelerare la decarbonizzazione. Gli investimenti previsti dal pacchetto per affrontare la crisi climatica sono i più significativi nella storia degli Stati Uniti. La legge prevede crediti d'imposta per incentivare l'aquisto di veicoli elettrici e la produzione di energia rinnovabile, oltre che la rimozione di anidride carbonica dall’atmosfera tramite lo sviluppo di nuove tecnologie.
“Guardiamo in faccia la realtà, alla crisi climatica non importa se siete in uno Stato repubblicano o democratico. È una minaccia esistenziale, abbiamo un obbligo, non verso noi stessi, ma verso i nostri figli e nipoti. L’Inflation reduction act è l'investimento più significativo di sempre in materia di cambiamento climatico!”
Gli obiettivi della Cina
Anche la Cina ha sottoscritto l'accordo di Parigi impegnandosi dunque a mantenere l'innalzamento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali, puntando a 1,5 gradi. Per farlo prevede di raggiungere il picco di emissioni entro il 2030 per poi raggiungere la neutralità climatica entro il 2060.
“La Cina è in una posizione schizofrenica. Da una parte è il più grande emettitore di emissioni e non chiude le sue centrali a carbone per evitare enormi problemi sociali ed economici. Dall’altra parte è all’avanguardia sulle rinnovabili, in particolare sulle tecnologie, i pannelli solari e l’utilizzo di minerali critici. È molto avanti rispetto all’Europa e gli Stati Uniti”
Cos'è l'European Green Deal?
Un pacchetto di iniziative che mira a rendere l'UE neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. Oltre che al contrasto al cambiamento climatico, il piano mira a modernizzare l’economia europea, trasformando i principali settori industriali e creando nuovi posti di lavoro in settori innovativi. Da un punto di vista strategico, il Green Deal contribuirà a ridurre la dipendenza energetica del Continente da altri attori globali.
La transizione verde è legata a quella digitale e tecnologica
Solo con gli sviluppi in questi settori è possibile raggiungere gli obiettivi della transizione verde
L’adozione di reti intelligenti di distribuzione dell'energia ad esempio, grazie all'utilizzo di sensori e sistemi di monitoraggio digitali, può consentire una gestione più efficiente dell'elettricità. La digitalizzazione degli edifici può contribuire a ridurre le emissioni inquinanti nelle città. Tutto questo sarà possibile grazie a un monitoraggio continuo delle nostre infrastrutture che, essendo collegate alla rete grazie alla tecnologia IOT, comunicheranno con noi attraverso i big data.
“Noi stiamo vivendo una nuova rivoluzione tecnologica e questa è la prima consapevolezza, ma la stiamo vivendo in un contesto, in una società che è molto attenta alla sostenibilità. Quindi da un lato ci sono degli obiettivi decarbonizzazione, accessibilità, sicurezza. Dall'altro ci sono degli strumenti digitali, gli algoritmi, i dati. Le due transizioni fanno parte di un unico processo"
Il ruolo chiave del digitale
"La materia prima dell'era agricola era la terra, la materia prima dell'età industriale era il ferro, ma la materia prima del mondo di oggi e di domani sono i dati. Allora adesso stiamo sviluppando un’economia basata sull'intelligenza. È alla base di un'economia legata all'intelligenza c'è il digitale. E quindi o sviluppiamo le nostre competenze digitali o diventiamo un paese del Terzo mondo”
La pandemia ha accelerato la digitalizzazione delle nostre vite, ma la transizione sta cambiando anche il modo di lavorare delle aziende. I centri di eccellenza industriali oggi si basano su una combinazione di connessione 5G, robot e intelligenza artificiale.
"Le variazioni più profonde che le nostre aziende stanno affrontando riguarda i processi di produzione delle macchine con l’assistenza da remoto, il grande uso della robotica e dell’intelligenza artificiale"
Le aziende oggi operano in un contesto competitivo in rapida evoluzione che offre rischi e opportunità. Secondo Donato Ferri, Managing Partner EY Consulting Europe West: "Le industrie capaci di cavalcare l’innovazione beneficiano di una crescita esponenziale, mentre quelle che non lo fanno soffrono di profondi gap di produttività e affrontano alti rischi in un mondo che cambia". Per Ferri gli investimenti del Pnrr destinati a promuovere digitalizzazione ed economia verde avrebbero accelerato ancora di più questa dinamica.
Siti di riferimento
Cos’è il Piano nazionale ripresa e resilienza?
Energia, con quali fonti si produce in Italia?
Pnrr, la mappa dei progetti nelle regioni italiane
L’impegno di EY nell’industria delle rinnovabili
La trasformazione digitale e il piano di EY
L’analisi del Rhodium Group sull’Inflation Reduction Act
Il rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc)
Le figure lavorative più cercate nel fotovoltaico