Clima, nuovo rapporto Onu. Guterres: “È la guida alla sopravvivenza dell’umanità”
AmbientePresentata in Svizzera la sintesi degli ultimi rapporti Ipcc: metà della popolazione mondiale a rischio. Il segretario delle Nazioni Unite invita i governi a fare di più e chiama a collaborare anche le industrie del petrolio e del gas
“La bomba climatica sta tichettando”, avverte il segretario generale delle Nazioni Unite. Ma c’è un documento che contiene le istruzioni per disinnescare questo ordigno a orologeria. Antonio Guterres la chiama “una guida alla sopravvivenza dell’umanità”. È il nuovo rapporto dell’Ipcc, il braccio scientifico dell’Onu che si occupa di cambiamenti climatici. Un testo presentato a Interlaken, in Svizzera, dove per una settimana scienziati da tutto il mondo – Russia e Ucraina compresi – hanno messo insieme gli studi più autorevoli sul tema. Lo hanno fatto in presenza per la prima volta dall’inizio della pandemia. Dando vita al documento scientifico sul clima più importante da qui fino al 2030. Una bussola che servirà soprattutto alla politica per affrontare la crisi climatica. Cosa dice allora questo rapporto.
Un pianeta sempre più caldo
Ci parla intanto della situazione attuale. Le emissioni sono aumentate negli ultimi cinque anni. Negli ultimi due milioni di anni non c’è mai stata così tanta concentrazione di Co2 nell’atmosfera. Una situazione che ha portato a un aumento medio della temperatura di 1,1 gradi rispetto ai livelli preindustriali. Dietro a questo aumento, scrivono gli scienziati, c’è inequivocabilmente l’azione dell’uomo con l’utilizzo dei combustibili fossili. Quasi l’80% delle emissioni arrivano dal settore energetico, dall’industria, dai trasporti e dagli edifici. Il 22% arriva invece dall’agricoltura e dallo sfruttamento della terra. Una situazione che si traduce in eventi estremi sempre più frequenti e sempre più estremi, dalle ondate di calore alle alluvioni. Mettendo a rischio la vita di oltre 3 miliardi di persone (quasi metà della popolazione mondiale), in particolare di quelle che meno hanno contribuito alla crisi climatica.
L’obiettivo 1.5 gradi
E il futuro? Tutti i Paesi del mondo, con l’accordo di Parigi, si sono impegnati a non superare un grado e mezzo di riscaldamento globale rispetto ai livelli preindustriali. La soglia che ci porta a una situazione ancora più critica. Secondo l’Ipcc abbiamo il 50% di possibilità di raggiungere questo obiettivo. Una possibilità che, però, richiede il massimo dello sforzo nei prossimi dieci anni.
Abbiamo tutti gli strumenti
Segnali di speranza, nel rapporto Ipcc, si possono leggere nella parte sull’energia. Gli scienziati ci ricordano che il costo di solare ed eolico si è ridotto negli ultimi dieci anni rispettivamente dell’85% e del 55%. Così come è crollato il costo delle batterie al litio. Insomma, gli strumenti per l’energia pulita non sono mai stati così convenienti e sono quelli che possono condurre alle emissioni nette zero alla metà del Secolo.
Il piano di Guterres
Il rapporto Ipcc è per il segretario generale delle Nazioni Unite l’occasione per lanciare una sfida ai governi: accelerare sugli obiettivi climatici con una serie di azioni. Tra queste lo stop a nuove esplorazioni, a nuovi finanziamenti e nuove autorizzazioni per quanto riguarda il petrolio e il gas. Guterres esorta anche gli amministratori delegati dell’industria del fossile a diventare parte della soluzione. Un riferimento non troppo velato alla Cop di fine anno, la conferenza delle Nazioni Unite che quest’anno si tiene a Dubai e che sarà presieduta dal numero uno dell’azienda petrolifera di Stato. La Cop28, però, vedrà quest’anno i Paesi fare il punto sulle misure prese per contrastare la crisi climatica. “Ciascun Paese – dice Guterres – deve essere parte della soluzione. Chiedere agli altri di fare la prima mossa, vuol dire soltanto essere certi che l’umanità arriverà per ultima”.