Juventus, ufficiale l'esonero di Thiago Motta: Tudor è il nuovo allenatore dei bianconeri
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Con un post sui suoi canali social la società bianconera ha comunicato la separazione dal tecnico italo-brasiliano, approdato a Torino solo l'estate scorsa. Al suo posto subentra l'allenatore croato, ex di Lazio, Olympique Marsiglia e Verona. Per lui un contratto fino a giugno con possibilità di conferma in caso di approdo in Champions League
Thiago Motta non è più l'allenatore della Juventus: al suo posto la società bianconera ha scelto di affidare la squadra a Igor Tudor. Con un post sui suoi canali social il club ha ufficializzato nel pomeriggio la separazione dal tecnico italo-brasiliano, approdato a Torino solo l'estate scorsa. A subentrargli sarà, come ampiamente annunciato da più fonti nelle scorse ore, l'allenatore croato, ex di Lazio, Olympique Marsiglia e Verona, con un lungo e glorioso passato da giocatore proprio in bianconero.
Per Tudor contratto fino al termine della stagione
Per Tudor, atteso a Torino in serata, pronto un contratto fino a giugno, con possibilità di rinnovo in caso di approdo in Champions League. L’intenzione della società torinese è quella di invertire la rotta dopo l'eliminazione dei bianconeri dalla massima competizione continentale e dalla Coppa Italia e dopo le pesanti sconfitte contro Atalanta e Fiorentina, che hanno messo in bilico anche il quarto posto in classifica.
Il profilo del nuovo allenatore bianconero
Tudor conosce molto bene la strada verso la Continassa, perché l'ha percorsa per un anno intero, nella stagione 2020-2021. Era un ritorno in casa bianconera, all'epoca però come semplice secondo, il vice-allenatore di Andrea Pirlo, con un ruolo inevitabilmente in ombra. Adesso, invece, la Juve sarà tutta sua, almeno per i prossimi due mesi o poco più, a prolungare la lunga storia d'amore tra il croato e i colori bianconeri, che ha origini lontane: era il 1998, quando era un 20enne agli inizi della carriera. Torino e la Juve lo accolsero ragazzino, alla prima esperienza lontano dalla sua Croazia e dalla sua Spalato,per poi salutarlo uomo, nel 2005, con oltre 100 presenze all'attivo e cinque trofei piazzati nella bacheca del club, gli scudetti del 2001-2002 e 2002-2003, le Supercoppe Italiane del 2002 e 2003 e l'Intertoto del 1999. Dopo un anno di Siena, fece il suo ritorno alla Vecchia Signora nella stagione più difficile, quella della serie B 2006-2007, senza però collezionare una sola apparizione, a causa di un lungo infortunio che lo tenne lontano dai campi. I colori della Juve però gli erano rimasti cuciti addosso, l'amore non era mai svanito e il sogno di tornare si realizzò parzialmente con l'annata insieme a Pirlo, che non andò come si sarebbe aspettato. "Non farò mai più il secondo nessuno" disse Tudor dopo quell'esperienza, anche perché lui prima e dopo ha sempre fatto l'allenatore di ruolo. Ha iniziato con l'Hajduk Spalato dopo aver fatto il collaboratore anche per la nazionale croata, poi ha girovagato tra Paok, Karabukspor, Galatasaray fino al ritorno in Italia, all'Udinese, nel 2018. È lì in mezzo che s'inserisce la parentesi come secondo di Pirlo, poi ha ancora guidato Verona e Marsiglia per arrivare alla panchina più recente, quella della Lazio, dov'è durato da marzo a giugno scorso. Proprio l'esordio con i biancocelesti, per uno scherzo del destino, fu contro la Juve, battuta 1-0 all'Olimpico. Il suo primo ostacolo adesso sarà il Genoa, sabato allo Stadium: Tudor avrà sette giorni di tempo per preparare la sfida contro il Grifone, da non fallire. Poi ci saranno due mesi per conquistarsi il pass per la Champions League e magari ambire a un "posto fisso" in bianconero, visto che il contratto fino al termine di questa stagione ha tutti i contorni di un legame a "tempo determinato". Per i discorsi di questo genere però ci sarà tempo: ora la missione di Tudor è quella di rialzare una Juve ferita e bastonata con sette gol in due partite.