MasterChef 7: l’addio di Matteo. L'INTERVISTA

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Barbara Ferrara

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Nel corso della puntata che ha visto i cuochi amatoriali affrontare una delle prove più temute in assoluto, l’Invention Test di pasticceria, Matteo e Italo abbandonano le cucine di MasterChef Italia. In attesa del prossimo appuntamento, in esclusiva su Sky Uno, tutti i giovedì alle 21.15, leggi le interviste ai due protagonisti uscenti.

Uno dei momenti più temuti di MasterChef Italia è arrivato: gli aspiranti chef si sono ritrovati, loro malgrado a dover cucinare tre dolci al piatto, una mousse, un pan di Spagna e una frolla. Kateryna, avendo trionfato nella Mystery Box degli ingredienti fermentati, ha avuto il vantaggio di scegliere con quale gruppo di ingredienti far cucinare i suoi avversari, tra questi, ad avere la peggio, è Matteo. L’insegnante di educazione fisica di Sovizzo, già ripescato, si ritrova fuori dalle cucine di MasterChef. Non è l’unica vittima della prova, ma certamente il peggiore. Ringrazia con lo spirito sportivo che lo contraddistingue e si sfila per sempre il grembiule.

Protagonista dell’Invention è Isabella Potì, inserita nel 2017 nella lista “Forbes 30 Under 30” nella categoria “The Arts”, a soli ventuno anni. Una delle dieci donne più influenti della cucina italiana, insieme al Maestro Iginio Massari, fa tremare i cuochi amatoriali. Tra questi Matteo è il primo a dover uscire di scena, non ha niente da rimproverarsi, tutt’altro. Lo abbiamo incontrato a poche ore dalla sua dipartita, ecco cosa ci ha raccontato.

Cosa sì è portato a casa di questa sua esperienza a MasterChef?
Fare parte della squadra di MasterChef, conoscere i giudici e tutti è stata un’esperienza fantastica, direi unica e irripetibile.
Era un fan del programma?
Sì, delle ultime tre stagioni, prima ancora c’erano i miei figli. In famiglia, tutti degli appassionati.
Sono stati loro a spingerla a partecipare?
Certamente si, così come tutti quelle che mangiano a casa mia, un giorno ho deciso, mi iscrivo così nessuno potrà più dirmi niente.
Si aspettava la convocazione?
No, anzi, ho pensato che non mi avrebbero mai chiamato, peraltro la mia iscrizione era incompleta e ho dovuto integrarla successivamente. Quando mi hanno contattato non ci volevo credere.
Il momento più emozionante?
I primi sì che mi hanno fatto entrare in gara, Bastianich a parte che mi rimproverava di parlare troppo di mia moglie. Lui stesso rideva sotto i baffi. Lì io potevo andare a casa, ero troppo soddisfatto.
C’è qualcosa che si rimprovera?
Assolutamente no. 
Come nasce al sua passione?
A casa eravamo cinque maschi, con mio padre sei: io ero il terzo e tra i fratelli ero quello più vicino a mia madre. Ho iniziato a darle una mano. E poi mio padre, maestro elementare, invitava le sue classi nella nostra tenuta agricola, ricordo ancora quelle grandi tavolate all’aperto.
Un aggettivo per ognuno dei quattro giudici.
Barbieri raffinato, Bastianich sportivo, Cannavacciuolo è il classico bonaccione, emana calore, la Klugmann molto dolce, oltre che professionale.
C’è qualcuno con cui avete legato?
Ho legato molto con Italo, è una persona di grande cultura, Giovanna, e anche Fabrizio.
Per chi fa il tifo?
Quando sono uscito ho pensato che potesse vincere Italo, a patto che gestisse il suo carattere. Così non è stato.

 

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