"MasterChef ha cambiato la storia della cucina", parola di Bruno Barbieri

La nuova stagione di MasterChef Italia sta per cominciare e l'attesa è già trepidante, sarà un'edizione ricca di novità e colpi di scena, soprattutto per gli aspiranti cuochi amatoriali: dietro ogni loro sfida può nascondersi un imprevisto. "Sarà una stagione piena di sorprese", raccontano i giudici nel corso della presentazione ufficiale che preannuncia il via dello show, giovedì 11 dicembre in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW . Non è Natale senza MasterChef In arrivo selezioni serrate, per accedere ai Creative Test e conquistare un posto nella Masterclass saranno necessari due sì su tre, i concorrenti potranno calare la carta del all-in, a supporto dei giudici torna la “vedetta” Chiara Pavan e durante la gara, sarà protagonista delle nuovissime Green Mystery Box. Tra le esterne in lungo e in largo per l'Italia e oltre confine, non mancheranno i grandi ospiti, l'eterno e atteso ritorno di Jeremy Chan, ma anche Ciccio Sultano, 2 Stelle Michelin nel ristorante Duomo di Ragusa, la prova di pasticceria con Iginio e Debora Massari, e poi ancora Jessica Rosval, allieva di Bottura, con le donne del suo progetto Roots e dulcis in fundo, Ángel León, 3 Stelle Michelin con il ristorante Aponiente a Cadice. Come ogni anno, non è Natale senza MasterChef, e già lo immaginiamo campeggiare sul piccolo schermo, l'enorme iconico orologio che scandisce i secondi e dà il via alla gara. Per ingannare le ore che ci separano dall'inizio dei giochi, abbiamo chiesto ai giudici Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli qualche anticipazione su ciò che vedremo in tv. “E’ fantastico ridare vita ad un piatto” Il primo a prendere la parola nel corso della conferenza stampa è sir Locatelli: "Sarà una stagione piena di sorprese", noi tre ci siamo divertiti tantissimo. Le novità rispetto agli altri anni le scoprirete durante le prove...chiaramente non possiamo raccontarle qui. Abbiamo aggiunto la Mystery Box Verde perché MasterChef ha sempre una grande attenzione contro gli sprechi, e a tal proposito ci sarà la chef Chiara Pavan esperta con la sua stella verde per la sostenibilità”. Qui la conversazione si apre alle tematiche ambientali e sociali rispettose dell’ambiente. I tre chef stellati, insieme per il settimo anno di fila nello show, sottolineano l’importanza di un cambio di mentalità a favore di un consumo consapevole ed ecosostenibile. Un’attenzione che si realizza non solo nelle varie ricette ma nelle prove antispreco che vedremo. E poi c’è il tema della doggy bag “è una cosa che fuori viene fatta tutti i giorni, noi qui in Italia abbiamo un po' l’idea che chiedere di portar via ciò che lasci nel piatto sia quasi una vergogna, al contrario si deve pensare che quello che avanzi, puoi mangiarlo domani, lasciarlo al ristoratore significa buttarlo via”. A fargli eco è Bruno: “Sono d'accordo con Giorgio, e vi dirò di più, negli Stati Uniti dove vivo io ora, se vai a mangiare fuori e lasci qualcosa nel piatto, il cameriere arriva a chiederti perché non lo porti via, è una cosa incredibile, mi è successa pochi giorni fa. Dobbiamo normalizzarla questa abitudine, anche se negli ultimi anni si è fatto tanto in questo senso. A MasterChef per esempio, si vedono i concorrenti che finita la prova, prima di uscire, prendono le proprie cose e le portano via, è un grande messaggio quello di ridare vita a un piatto, tra l’altro alcuni cibi il giorno dopo sono ancor più buoni”. Per Antonino “è fantastico ridare vita a un piatto, e se ci pensiamo bene, dovremmo fare come facevano i nostri genitori e i nostri nonni trent’anni anni fa, nient'altro. La borsa della spesa in stoffa, sempre la stessa, mia nonna non buttava niente e se rimaneva qualcosa te la ritrovavi la sera, era qualcosa di naturale, poi è arrivata la plastica a farci credere in un futuro migliore, ma non era così, sappiamo che oggi i pesci soffocano a causa di questa. Dobbiamo ritornare anni indietro e insegnare nelle scuole a comprare solo il necessario quando si fa la spesa, spesso riempiamo le buste e ci ritroviamo in frigo cose che finiscono nella spazzatura. “I frigoriferi diventano dei cimiteri e questo è inaccettabile”, sottolinea Barbieri. "MasterChef ha cambiato la storia della cucina" Tra una chiacchiera e l'altra, tanti sono gli argomenti cari aigiudici, dall'importanza della tradizione, imprescindibile per poter cercare l’innovazione, al primo via libera dall’UNESCO alla cucina italiana verso il riconoscimento come Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità. Dalla bontà delle materie prime a km zero all'evoluzione dei concorrenti in gara e del pubblico: "Ormai tutti sappiamo cosa ci viene servito in ristorante, chiediamo la provenienza dei prodotti, una volta non era così, siamo più informati e consapevoli e sono onestamente convinto che lo si debba a questo meraviglioso programma. MasterChef ha cambiato la storia della cucina, non solo da noi in Italia, ma nel mondo perché succede in America, in Australia e in altre parti del mondo dove viene prodotto". "Un piatto senza una storia non è un piatto, è un nulla" Al di là del valore della preparazione tecnica ai fornelli, a porre l'accento sulla sfera emozionale, è Cannavacciuolo: "Le storie che sentiamo sono sempre interessanti, ognuno ha sempre qualcosa da dire, chi più chi meno. C’è chi si presenta con piatti semplici altri super creativi, e allora lì noi ci divertiamo, ma la cucina è innanzitutto una storia. Un piatto senza una storia secondo me non è un piatto, è un nulla. Se un ragazzo esprime la sua storia attraverso un piatto fa bingo, è questo che noi facciamo ed è questo che noi raccontiamo nei piatti; se togli quella parte poetica, ci stiamo solo nutrendo. Il cibo è condivisione, stare bene festeggiando, ricordare momenti storici della tua vita attraverso un piatto, il cibo è un viaggio, è il bello della cucina”. E a proposito di viaggio, prima di lasciarci, abbiamo rivolto ai giudici una stessa domanda, ecco cosa ci hanno risposto. Se doveste raccontare la vostra esperienza MasterChef di tutti questi anni attraverso un piatto, quale sarebbe? Bruno: “Il mio sarebbe sicuramente un soufflé, io sono arrivato prima di loro, ci sono fin dalla prima puntata e per quanto mi riguarda è stato un crescendo al pari di un soufflé, una cosa che cresce e che mi ha fatto capire molte cose, soprattutto la gente, quello che io comunque ho sempre cercato nel mio lavoro. Anche in cucina quando formavi una brigata, cercavi sempre un talento, il migliore, qualcuno da tirare fuori e far crescere, quello che insieme noi qui abbiamo fatto a Masterchef. Ammetto di essere cambiato un po' anch'io, mentalmente ho cercato di andare a fondo alle cose, quando si arriva dalla cucina hai un pensiero, quando sei fuori dalle cucine ne hai un altro, e un altro ancora quando realizzi come va il mondo. Per me è questo lo spirito e il soufflé lo rappresenta bene, più salato che dolce". Antonino: “Per me non è un piatto ma un paniero in cui possono starci tanti ingredienti, io ho iniziato questo programma senza volerlo veramente fare, ero concentrato sulla ristorazione e sulla stella Michelin da raggiungere, volevo arrivare ad averne tre e accettando MasterChef avevo paura di trascurare la cucina, invece ci ho creduto; dopo tanto lavoro e sacrifici, è arrivata ed era ciò che sognavo. Dentro quel paniero c'è il sogno, c'è il piatto, la crescita e anche il lavorare con due chef importanti come Bruno e Giorgio che, per la cucina italiana, hanno fatto davvero tanto”. Giorgio: “Siamo arrivati insieme a questo traguardo, penso che in Italia ce ne siano tanti di chef, ma solo noi tre facciamo MasterChef e secondo me è una grande cosa, io ne sono contentissimo, peraltro ho avuto questa chance, quasi alla fine della mia carriera trascorsa quasi unicamente all’estero, avevo già quasi 60 anni quando ho inziato il programma, sono potuto essere un po’ profeta in patria, un enorme riconoscimento. Per queste ragioni, a rappresentare i miei anni e la mia esperienza qui, io sceglierei un piatto che mi ricorda l'Italia ed è sicuramente un risotto, fatto di piccoli granelli che alla fine costruiscono una melodia incredibile e che può essere una delle cose più gustose al mondo”.

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Barbara Ferrara