Mabel ha portato le sue High Expectations sul palco di X Factor. E' stata la sua prima volta in Italia e l'esperienza la ha entusiasmata e ora non vede l'ora sia il 24 febbraio 2019 per il concerto. L'INTERVISTA
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(@BassoFabrizio)
Classe 1996 dunque 23 anni ma già con 3,5 milioni di singoli venduti solo nel Regno Unito mentre nel mondo guarda voltandosi indietro il milione di stream. Quando si dice sapere prendere la propria strada...certo le radici si conservano ma la vita è altrove se si vuole respirare e sognare in grande. Se non ci si accontenta. Mabel, ospite internazionale del quarto live di X Factor, viaggia da tempo. La abbiamo conosciuta la scorsa estate col brano Don’t call me up, un singolo mondiale che le ha garantito la nomination nella categoria British Breakthrough Act dei Brit Awards. Ora è arrivato High Expectations, il suo album di debutto pubblicato su etichetta Universal/Polydor Records. Due anni di lavoro e quattordici canzoni con le quali Mabel affronta con coraggio temi quali l'amore giovanile, il dolore e le sfide delle relazioni nell'era dei social. Il messaggio? Vulnerabilità e sensibilità non sono stacoli ma vantaggi. La abbiamo vista a X Factor e ora la potremo ritrovare inItalia il 24 febbraio in concerto ai Magazzini Generali di Milano. Nell'attesa la ho intervistata.
Il disco parla di alte aspettative: quali sono le tue high expectations?
Faccio fatica a distinguere le aspettative che io ho sugli altri e le aspettative che gli altri hanno su di me. Però le canzoni mi permettono di raccontarmi, suonare mi permette di esprimermi al meglio. Ho la musica nel sangue.
A cosa ambisci?
Spero di mandare un messaggio positivo a chiunque mi ascolti. Scrivendo questo album ho conquistato tanta fiducia: è questo che voglio trasmettere ai miei fan.
Com’è il mondo delle popstar?
È diverso da come credevo. Da fuori mi sembrava perfetto, pieno solo di giorni positivi e con un umore sempre al top.
Non è così?
Diciamo che il sogno della vita perfetta non vale per la mia generazione.
Ti senti schiacciata?
Sento di avere molte responsabilità e non è facile gestirle.
A chi ti ispiri?
A figure già affermate, da Beyonce a Justin Timberlake.
Cosa è importante?
Che chi mi ascolta riesca a immedesimarsi nei miei brani, a trovare sè stesso.
Com’è andata a X Factor?
Per me è stata la prima volta su un palco italiano così grande, ero molto emozionata. Dopo l'esperienza su Sky Uno sono molto felice di ritornare qui il 24 febbraio per il live ai Magazzini Generali.
Cosa mi puoi anticipare?
La cosa bella delle mie esibizioni è che non si tratta di semplici e banali concerti. Io non canto e basta: sul palco ballo, mi diverto, lo rendo mio.
Don’t call me up è una ballad che scava l'anima.
È stata un’esperienza, quella canzone mi ha permesso di raccontare il rapporto che ho con le mie emozioni, il mio cercare di fortificarmi ogni giorno di più.
Testi intimi.
Se vuoi fare un disco che parla delle persone, devi metterti a sedere, ascoltare e analizzare tutto al microscopio. Non puoi generalizzare.
Che rapporto hai con social?
Mai fatta video prima di uscire con le canzoni. Ho sempre avuto paura perché la gente ti giudica. Ora ho imparato a fregarmene, dribblo le negative vibes perché so che le positive sono più forti.
In pace con te stessa?
Mi sento viva, sono felice e questo è quello che conta. Non ho paura di mostrarmi senza trucco su instagram: ci sono giorni belli e giorni brutti, la vita è così. Per fortuna.
Il tuo sogno era diventare una popstar o ti ci sei trovata? Altri sogni nel cassetto?
Desidero fare grandi collaborazioni e tour mondiali. Ma ora mi godo il momento.
Tra le 14 canzoni presenti nell’album, ne hai una preferita?
Ovvio! E' Bad Behaviour anche se ogni giorno cambio risposta. Ma dovendone scegliere proprio una è questa!
Sei glamour?
La moda è un modo per esprimere se stessi anche se non credo di avere uno stile definito. Oggi sono vestita così ma domani potrei adottare uno stile completamente differente. In generale voglio esser libera.