Italia's Got Talent 2019: cos'è successo nella terza puntata

TV Show

Camilla Sernagiotto

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Qui il resoconto della terza puntata della quarta stagione di Italia's Got Talent. Una sfilza di talenti e di emozioni intense che ci hanno regalato, tra numeri di magia, mimi, ginnastica ritmica e coreografie da togliere il fiato. Il prossimo appuntamento ti aspetta venerdì alle ore 21.15 in prima visione assoluta su Sky Uno (canale 108) e sul digitale terrestre al canale 311 o 11.

Non c’è due senza tre e infatti non c’è seconda puntata eccezionale senza una terza che riesce addirittura a superarla!
Il terzo appuntamento della quarta stagione di Italia's Got Talent, in onda in prima visione su Sky Uno venerdì 25 gennaio, ce ne ha fatte vedere delle belle. Soprattutto ci ha fatto vedere talenti la cui cosa più importante non è il sì da strappare ma la passione che gli arde dentro, passione da alimentare ogni istante.
Dopo un’introduzione con gli stilemi del western, con i giudici che calzano stivaletti da cowboy, lanciano occhiate di sfida l’un l’altro e si muovono su musiche da Sergio Leone, Lodovica Comello annuncia l’arrivo degli “sceriffi del talento”, anche detti “i quattro dell’Ave Maria”, sul palco di IGT targato Ancona.

Ad aprire le danze, non poteva che esserci una ballerina specializzata in ginnastica artistica: Camilla De Luca, una giovanissima ginnasta che ha lasciato tutti esterrefatti con le sue acrobazie sulle note della canzone di Mary Poppins Con un poco di zucchero la pillola va giù. Di zucchero ne ha messo tantissimo la dolce Camilla, tenerissima ma al contempo grintosa addirittura più dei quattro dell’Ave Maria di cui sopra: con il suo nastro da ginnasta, ha incantato platea e giuria, strappando una standing ovation e quattro sì meritatissimi. Meritatissimi non solo per il suo talento innato ma anche per la devozione con cui lo coltiva: dalle quattro alle cinque ore di allenamento al giorno, ha confessato Camilla.

Consensi a metà, invece, per Mario, venticinquenne che lavora nell’azienda di famiglia nel bresciano, producendo uova. E sul palco di IGT si è presentato con il camice bianco, tantissime uova (scadute ovviamente! Vade retro sprechi alimentari) e un esperimento da mostrare: rompere ogni uovo usando i gomiti ma muovendoli come se al posto delle braccia avesse ali da gallina. Due sì, di Frank e Claudio, e due no da parte delle fanciulle in giuria.

Ha lasciato senza parole, dentro e fuor di metafora, Silent Rocco, 36enne di Berlino che si è presentato come mimo. Quindi non ha proferito parola, parola di Lodovica Comello che l'ha dovuto annunciare (e tradurre).
La mission di Silent Rocco era quella di stupire, in particolare Federica Pellegrini. Ha così mimato una performance mozzafiato sott’acqua, facendo vivere per 100 secondi tutti in apnea.

Un’apnea protagonista del suo numero ma che ha anche ben interpretato la suspense che ha prodotto, quella che si respirava tra il pubblico.
Federica, in piedi per ringraziarlo, ha notato come è “riuscito a fare capire tutte le sensazioni che si provano sott’acqua”. E ha aggiunto quanto sia incredibile come “dalle cose più semplici possano venire fuori cose eccezionali”. Anche Frank ha apprezzato proprio la semplicità da cui nasce la genialità: “Questa è una di quelle cose semplici che ti accendono l’immaginazione. Io ti vedevo sott’acqua”. Quattro sonorissimi sì, espirando tutta l’aria nei polmoni dopo aver trattenuto per così tanto il fiato!

Due sì e due no, invece, per le Kangoorine, un gruppo di ballerine provenienti da Torre del Greco, in provincia di Napoli, che si sono esibite in una nuova disciplina sportiva mascherate da Minions. Calzando scarponcini con molle ammortizzate, ossia i Kangoo Jumps da cui deriva il loro nome, hanno piroettato sul palco di IGT senza tuttavia convincere appieno Mara e Federica che, infatti, hanno detto no. Ma in realtà il primo a buzzarle è stato Claudio Bisio, prima di vedere che sotto la maschera dei buffissimi Minions si nascondevano bellezze partenopee da togliere il fiato più dell’apnea di Silent Rocco...
Fiatone per Claudio anche quando la Pellegrini ha richiesto a gran voce che lui e Frank calzassero gli scarponcini a molla!

Tocca poi ad Andrea Paris, un ragazzo che si autodefinisce un “cold reader”, ossia uno in grado di leggere le persone in base agli atteggiamenti. Con un numero esilarante con protagonista la fede nuziale di Bisio, ha fatto divertire e stupire tutti a colpi di magia, di talento e di simpatia trascinante.
“Sei stato bravo sia nel modo di fare il gioco sia nel gioco stesso”, ha detto Mara.
E sì come se piovesse: approvato dalla giuria al completo!

Dopo un excursus à la Harry ti presento Sally sulle coppie e sull’amore che fa da collante, è giunto il momento di Andrea e Aurora, in arte Duo Fire.
Due ragazzi di 19 e 20 anni che sono colleghi di ballo e partner anche nella vita, fidanzati e affiatati come sono da ormai tre anni.
Con un cosiddetto lollipop sul palco (uno strumento ginnico, italianizzabile con la traduzione di lecca-lecca), hanno intrattenuto il pubblico con una danza in cui sembravano volare, lievitare da terra e passarsi l’un l’altra energia al solo tocco, esattamente come nel celebre particolare dell’affresco del Giudizio Universale di Michelangelo.
Quando danzano sembrano due ballerini di un carillon da cui emerge una sintonia senza pari. Federica, con la pelle d’oca, ha sottolineato la “tanta chimica” e la “simbiosi completa tra i due”. Frank va oltre, dichiarando la performance poetica, sensuale, erotica e confessando qualcosa di XXX: “A me è successo qualcosa…”!
Quattro sì. Euello di Matano eccitatissimo!

Un po’ meno chimica è emersa invece dall’accoppiata composta da Federico e Roberta. Una coppia non soltanto artistica ma anche di fatto, come per i Duo Fire, dal momento che i due sono compagni di vita; però l’esibizione in cui hanno cantato Hallelujah di Jeff Buckley non ha fatto impazzire la giuria, decretando soli due sì (di Frank e Claudio).

Poca fortuna anche per la ballerina Irina Kizlo, per Nino Palermo e la sua coreografia di palle e per Roberta Pennisi che si è esibita in un numero di giocoleria in costume da Ottocento: per loro l’avventura di Italia’s Got Talent 2019 finisce qui.
Invece un costume ottocentesco che vedremo ancora sarà quello del Conte Giulio, un compositore di dance baroque che fonde Vivaldi con Gigi D’Agostino, miscelando musica classica e da discoteca. Benché la sua composizione canora con protagonista il deretano non abbia inizialmente convinto Mara (la quale oltre a buzzarlo gli ha detto proprio, rimanendo in tema,“Ma vada via al BIP!”), alla fine al Conte Giulio i conti tornano: quattro sì, per la sua originalità e verve insuperabili!

Originalità è anche la cifra stilistica del Coro divertimento vocale di Gallarate, 109 rumoristi appassionati che, instradati dal loro direttore d’orchestra, hanno riprodotto ad arte il frinire delle cicale, la pioggia, gli zoccoli dei cavalli sul selciato, i tuoni, lo scrosciare della pioggia durante un temporale e infine il canto degli uccellini che annuncia che il cielo si è rasserenato.
Chi ha seguito il consiglio della Comello prima della performance, ovvero chiudere gli occhi e ascoltare, ha pensato di avere di fronte esattamente le intemperie atmosferiche mimate in maniera a dir poco eccelsa. “È sempre più difficile vedere una cosa originale e poetica, ci siete riusciti alla grande”. Parole ovviamente di Frank. E quattro sì ovviamente di tutti i giudici.

Tutt’altra materia è quella in cui spicca invece Cosimo Zingaro, un uomo che conosce a memoria tutte e 796 le partite giocate dalla nostra Nazionale di calcio.
Si è presentato sul palco con in mano l’almanacco del calcio, l’ha consegnato a Claudio e da quel momento la sfida ha avuto inizio.
Cosimo ha risposto correttamente a tutte le domande di Bisio e del pubblico, dicendo per ciascuna partita il giorno, il mese, l’anno e la città in cui è stata giocata, il numero delle reti segnate dall’Italia e addirittura il minutaggio. Un talento incredibile, da lasciare esterrefatti e da strappare immediatamente quattro sì. Cosimo Zingaro è un orgoglio nazionale al pari della nostra Nazionale calcistica! Il cielo è azzurro sopra Ancona!


Ma in realtà ormai il cielo anconese è nero pece, dato che siamo a notte quasi fonda.
La terza puntata della quarta stagione di Italia’s Got Talent sta volgendo al termine e lo fa con le Danzeuse de Sherazade, un gruppo di ballerine in stile odalisca provenienti da Città del Castello.
Una danza sensuale di flamenco arabo, con tanto di ventagli e veli rosso porpora.
Due sì, di Claudio e Federica, ma il resto della giuria vota no. Per Mara si tratta di un numero carino ma “niente di eccezionale”, per Frank è “un’esibizione buona ma molto scolastica”.

Quattro sì invece per Simone Savogin, professione doppiatore di videogiochi ma nel tempo libero amante della poetry slam, quella sorta di rap poetico che inonda il pubblico di parole evocative.
Ha declamato una sua composizione inedita intitolata A mio figlio, benché di figli non ne abbia ancora, facendo emozionare tutti quanti con parole che si fondono, sonorità in cui si amalgamano le frasi, con una favella che farebbe invidia addirittura a Frankie hi-nrg.

“Vivi di lividi, scrivi di avidi avi” oppure “liscio notare in liquide ore”. Ecco il fiume di parole, assonanze, allitterazioni e rime che ha inondato le orecchie e i cuori di giuria e pubblico.

Specialisti della parola sono anche i tre componenti del gruppo musicale Bardomagno, tuttavia la loro parola è un po’ meno attuale rispetto a quella di Savogin. Si tratta infatti di un trio che suona canzoni tipiche del periodo medievale, rivisitate a proprio modo ma che trattano di tematiche da menestrelli. Tre sì e un no (quello di Claudio, stavolta lui nei panni del bastian contrario al posto di Frank).

A fare calare il sipario in grande stile ci pensa Amos Massingue, un ragazzo di 32 anni nativo del Mozambico che da un decennio vive a Torino. Nonostante la sua vita adesso sia lontana dal suo Paese d’origine, Amos ha voluto dedicare proprio al Mozambico la sua performance artistica, sottolineando un problema che attanaglia tutto il mondo e in particolare la sua terra: i rifiuti.
Il Mozambico è purtroppo popolato da tantissime discariche a cielo aperto, con rifiuti dovunque e una situazione estrema che mette a repentaglio le vite di tutti. Dopo avere assistito a un tragico incidente in cui diciassette suoi connazionali sono rimasti uccisi proprio a causa dei rifiuti, Amos ha deciso di battersi per la causa usano le armi di cui dispone: l’arte.

Con potenti ventilatori sul palco e sacchetti di plastica, si è esibito in una coreografia mozzafiato fatta di borse di plastica vorticanti. Un vortice non solo di rifiuti ma anche di emozioni, quelle suscitate nel cuore del pubblico. Mara in lacrime, Federica che dice che il messaggio di Amos è “arrivato dritto, come una pugnalata”.
E Frank che chiosa: “Questa è un’opera d’arte. E tu sei un vero artista”.

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