Barbara Alberti: “Celebrity MasterChef è stata una festa”
TV ShowLa scrittrice esce nel corso della prima puntata di Celebrity, sconfitta ma “con l’onore delle armi”. Felice di aver partecipato alla gara, ci racconta questa sua esperienza. In attesa di scoprire chi saranno i prossimi “malcapitati”, giovedì alle 21.15 in esclusiva su Sky Uno, leggi l’intervista alla concorrente più rock del talent culinario
La scrittrice, giornalista e sceneggiatrice, entra nel cast della seconda stagione di Celebrity MasterChef e viene messa a dura prova fin da subito con il test a sorpresa mascherato da welcome party. Insieme ai compagni, Anna Tatangelo, Serena Autieri, Davide Devenuto, Valerio Spinella, Orietta Berti e Andrea Lo Cicero, supera il primo ostacolo della gara guadagnando l’agognato grembiule bianco grazie a quello che lei stessa definisce il “piatto della famiglia”, ciononostante, esce di scena nel corso della prima puntata. Tutta colpa di una rapa rossa o di una testa d’aglio di troppo? Certo è che la sua dipartita lascia di stucco e amareggia i suoi “rivali” per i quali era considerata un faro: “Era il nostro punto di riferimento”, alcuni di loro non nascondono qualche lacrima di commozione, “era lei la più rock di tutti”. Con la sua allure e la sua proverbiale ironia lascia un segno indelebile nel cuore di ognuno di loro. I giudici la salutano ringraziandola per aver portato una “ventata di romanticismo” nelle cucine di MasterChef. Leggi l’intervista e scopri cosa ci ha raccontato.
Cosa l’ha spinta a partecipare a MasterChef?
Un vero equivoco (ride ndr), se avessi saputo che tutti gli altri erano così bravi, non mi sarei presentata. Su dodici, dieci erano dei veri specialisti, io e Laura (Barriales ndr) eravamo le asine della scuola. Però è stata una festa, è stato tutto un gioco.
Sconfitta, ma con l’onore delle armi, cosa l’ha divertita di più?
Rispetto agli altri ero un’asina, non sapevo niente, però mi ha divertito tutto, è stata una gita scolastica, peraltro arrivavo da un lavoro massacrante e mi sono trovata in una delle gite più belle con dei compagni di scuola simpaticissimi. Sono stati tutti, dico tutti, fantastici.
Come se la sarebbe cavata con la gallina da spennare?
A me non avrebbe fatto tutta questa impressione, c’è un abisso storico tra quelli della mia età e quelli della generazione di Laura Barriales (è uscita perché si è rifiutata di affrontare il pennuto ndr). Ai miei tempi i polli li ammazzavano in cucina, senza tanti complimenti, era una cosa normale. Oggi i giovani non hanno mai visto un pollo con le piume, per loro è un oggetto astratto, lo hanno sempre visto sotto il cellophane.
Anche Margherita Grambassi, davanti al pennuto, ha vacillato.
Per Margherita, animalista e amante degli animali affrontare quella prova era come pelare suo fratello, ha pianto tanto e provava pena per la gallina, alla fine però ha applicato la sua disciplina e ha vinto. Laura invece non è riuscita ad andare avanti, provava ribrezzo fisico.
Lei e Laura siete state le prime due donne ad uscire.
Per me e Laura la vera vittoria è stata aver riportato le dita a casa. I coltelli che usano i cuochi sono delle armi. Avevamo paura di usarli, per proteggerci abbiamo chiesto senza pudore un guanto da macellaio. A casa i miei coltelli non hanno il filo perché ho paura, figuriamoci. Avrei voluto portare quelli ma mi hanno riso in faccia.
Chi il più bravo?
Tombolini, Lo Cicero, Davide e Amoruso, Autieri mi sbalordivano.
Che dire dei giudici?
Cosa dire, i giudici sono un incanto, Barbieri è un elfo, di una amabilità e di una giocosità straordinaria, Joe Bastianich un grande dandy internazionale, di una grande delicatezza, e poi l’orco, Antonino, bello da pazzi. La Autieri lo imitava, faceva Cannavacciuolo meglio di Cannavacciuolo: superba!
Gauguin scriveva che “cucinare suppone una testa leggera, uno spirito generoso e un cuore largo”, è d’accordo?
Si mi piace moltissimo ma si può fare un’infinità di letteratura sulla cucina.